UN PIANO MARSHALL PER GLI ALBERI DI ALBANO LAZIALE
Il 10 agosto 2022 alcuni cittadini di Albano hanno manifestato per chiedere all’amministrazione comunale di soprassedere all’abbattimento di due platani antistanti la Palazzina Vespignani. La loro richiesta era suffragata dall’opinione di un esperto: i due alberi non presentano elementi che ne giustifichino la pericolosità imminente, e altri alberi che sono stati tagliati non apparivano compromessi al punto di richiederne l’abbattimento.
L’intervento che stava per essere effettuato dava esecuzione a un’ordinanza del sindaco emessa, dopo l’evento meteorologico dell’8 luglio 2022, sulla base della perizia di un dottore forestale incaricato dal Comune (l’ordinanza prevede l’abbattimento di 25 alberi di alto fusto a Villa Doria e 23 a Villa Ferraioli).
Di fronte alle pressioni dei cittadini, l’amministrazione è prontamente intervenuta sospendendo l’abbattimento dei due alberi e assicurando che, appena dopo Ferragosto, verrà effettuata, da parte di un altro dottore forestale, un’ulteriore valutazione dello stato delle essenze arboree delle due ville. Va dato atto al sindaco di essersi adoperato al meglio, per di più in un periodo di ferie del personale.
La gestione del patrimonio arboreo di Albano è un problema di grande portata che viene da lontano: il Comune non dispone del regolamento della gestione del verde come pure non dispone del piano, previsto per legge, del ripristino degli alberi entro un anno dal loro abbattimento; il Comune non dispone più dei giardinieri comunali, e per la cura del verde pubblico ricorre a ditte esterne; da anni le manutenzioni degli alberi sono del tutto insufficienti e vengono effettuate tramite capitozzatura, tecnica ritenuta inappropriata e dannosa; il Comune non dispone al proprio interno delle competenze tecniche all’altezza della complessa problematica della gestione del verde.
Un quadro preoccupante che è frutto di scelte che si sono rivelate quanto meno discutibili, come l’esternalizzazione dei servizi e della cronica carenza di fondi.
Di fronte a questa situazione il sindaco ha dichiarato di voler sostituire ogni albero con altri due. Ha inoltre sollecitato i cittadini ad effettuare donazioni per la piantumazione dei nuovi alberi. A tal proposito va ricordato che l’amministrazione comunale non ha accettato la proposta avanzata cinque anni fa da una Onlus locale di donare per Villa Doria alberi per un valore di 2.700 euro.
L’abbattimento dei 48 alberi costerà alle casse del Comune circa 100.000 euro, cifra non prevista nel bilancio comunale e, come specificato nella delibera di abbattimento, non sono disponibili i fondi per le nuove piantumazioni per le quali manca il relativo piano di esecuzione previsto dalla normativa. Bisogna dunque trovare 200.000 euro, sfida che deve affrontare l’assessore al bilancio (che ad Albano non c’è).
Si impone dunque un completo ripensamento dell’intera strategia del Comune rispetto a un fondamentale patrimonio che rischia di andare in rovina. Alcune azioni sembrano necessarie: la predisposizione di un programma pluriennale e di lungo periodo di manutenzione e di rimpiazzo delle essenze del territorio; la gestione diretta del Comune con l’assunzione di operai giardinieri che costerebbero molto di meno delle ditte specializzate alle quali vengono affidati costosi contratti, talvolta per via diretta per motivi di urgenza senza ricorrere alla gara d’appalto (il Comune è molto impegnato nell’attività di anticorruzione per evitare possibili abusi).
Un esempio di lascito “avvelenato” dei precedenti amministratori è costituito dalle magnolie impiantate circa trent’anni fa su Corso Matteotti. All’epoca i cittadini vennero assicurati che le “magnolie nane del Garda” sarebbero rimaste di piccole dimensioni; gli alberi non si sono dimostrati affatto nani, ma sono cresciuti fino al terzo piano degli edifici creando problemi con le radici nei marciapiedi e nella strada.
Di fronte alla complessa problematica della gestione del verde pubblico ci vorrebbe un Piano Marshall di ampio respiro, ma ad Albano Laziale mancano le capacità di programmazione, di progettazione e di realizzazione, e mancano i soldi; il PNRR potrebbe essere una fonte di finanziamento per realizzare iniziative volte alla transizione ecologica tenendo conto anche dei cambiamenti climatici (piantumare palme invece di pini o querce?) ma il Comune non è in grado di avvalersene.
Cosa dicono i cittadini di tutto questo, e cosa diranno le prossime generazioni che riceveranno questa pesante eredità?
In effetti quando la vita era normale c’era una giardineria ad Albano che curava molto bene la Villa Doria oggi ridotta in polvere. I giardinieri non chiamerebbero le specie arboree ‘essenze’, è un lascito dei paesaggisti che però di biologia non ne sanno nulla. Gli alberi ben curati non hanno bisogno di potature severe. Non si capisce poi una cosa: se i platani avevano il temibile cancro colorato per cui tutto l’albero andrebbe estirpato affinché non contagi altre piante, perché le ceppaie stanno là a fare da portavaso in quella attuale, orrenda, sistemazione?