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Castel Gandolfo, tra arte, storia e bellezze delle natura

Luglio 12
22:00 2011

Ponendoci l’interrogativo su come trascorrere uno dei weekend estivi, potremmo, senza affannarci troppo, trovare una piacevole risposta scegliendo una di quelle mete fin troppo sotto gli occhi di tutti, tanto da essere frettolosamente licenziata con un “prima o poi ci vado”, e che invece si potrebbe rivelare un’alternativa ricca di sorprese, pronta a regalarci momenti magici di incontro con arte, storia e meraviglie naturali. Chi non conosce Castel Gandolfo, da sempre sinonimo di vacanze papaline? Imboccando da Roma la via Anagnina e superando Grottaferrata e Marino, ecco che la statale 71/B si trasforma in Viale S.Giovanni Battista e ci conduce proprio nel cuore di questo che si rivela un delizioso cameo all’interno dei Castelli Romani. Sarà che in molti identificano i luoghi esclusivamente con le funzioni papali, fatto sta che sono in pochi dalla Capitale e dintorni, ad immergersi negli antichi vicoli e lungo le sue strade di pietra. Ma se volessimo parcheggiare la nostra auto nell’interland fatto di costruzioni popolari anni ’60, che sovrasta purtroppo i dintorni del borgo, potremmo, prendendo una delle due vie principali come Via Massimo D’Azeglio o la Salita S.Antonio (rispettivamente le due opposte arterie) e superando gli enormi portali millenari, immergerci direttamente nel cuore di quella che fu, a detta di molti, l’antica gloriosa Albalonga. Qui, lungo Corso della Repubblica, è tutto un pullulare di baretti, negozi di souvenir, ombrelloni bianchi, traverse piene di trattorie tipiche e balconate con vista sul lago, che ci introducono nel centro storico che è il Piazzale della Libertà. Una splendida piazza seicentesca ci mostra i riservatissimi ingressi del Palazzo Apostolico del Maderno, ma ci regala anche la deliziosa vista di una fontana del Bernini e della chiesa di S.Tommaso da Villanova, voluta nel 1661 da Papa Alessandro VII e realizzata dallo stesso Gian Lorenzo Bernini nell’arco di soli tre anni. L’impronta del maestro è la grazia della cupola della chiesa, che, semplice e lineare, è un mirabile esempio di rinascimento. Gli altari ospitano al centro una Crocefissione realizzata da Pietro da Cortona, e sui laterali sono presenti un’Assunzione del Cortese ed un S.Tommaso del Geminiani. Per riposarci dalle fatiche dell’arte e dell’architettura, possiamo trovare ristoro sotto i grandi ombrelloni del bar a cornice della piazza e magari gustarci il magnifico spettacolo del lago Albano da una delle tante balconate laterali che regalano una vista mozzafiato. Lo stesso lago è un incanto che ci offre la possibilità di goderci appieno la giornata senza dover rimpiangere il mare. Imboccando la statale 140/Bis, che fiancheggia il paese, immersi tra boschi di acacie e campi di olivi, due lunghissime file di pini ci accompagnano nelle discesa verso le amene rive dello specchio d’acqua. Arrivati qui possiamo facilmente parcheggiare l’automobile e consumare un buon pasto nelle numerose trattorie caserecce disseminate nel primo chilometro del perimetro lagunare. Le acque del lago sono abbastanza pulite, calde in questi mesi e liberamente balneabili, per cui chi desidera rinfrescarsi dalla calura potrà, asciugamano sottobraccio, stendersi al sole nella centralissima spiaggia, drink in mano, o affittare sdraio ed ombrellone in uno dei vicini stabilimenti. Ma i più avventurosi potrebbero spingersi alla ricerca di una delle calette all’ombra degli imponenti alberi acquatici lungo il periplo del lago. Infatti, avendo a riferimento la statale 140, c’è da dire che il lato sinistro del lago verso Rocca di Papa non è agevolmente praticabile a causa della presenza di lidi ed imbarcaderi privati, mentre a regalarci avventurose passeggiate è il suo lato destro, quello sottostante a Castel Gandolfo, dove, superato un cancello che impedisce il transito alle auto, ci si può incamminare lungo un viale ricoperto dal verde che circumnaviga le sponde per qualche chilometro, regalandoci calette nascoste agli occhi dei più, tra folti canneti, per un bagno degno di ninfe e satiri. La stagione offre anche la possibilità di raccogliere gelsi e more selvatiche dai tanti rovi incontaminati lungo il sentiero, oltre alla miriade di erbe aromatiche per la cucina. Chi più ne ha più ne metta, in questo microcosmo naturale a due passi da casa.

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