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Chiacchierata con la Morte

Luglio 20
12:33 2012

Avevo la febbre alta ed ero solo in casa come mi capitava spesso in quel periodo.
Era notte fonda e la lancetta del mio nuovo orologio a muro si era già fermata intorno alle due, o forse anch’essa dormiva. Senza il suo ticchettio tutto sembrava sospeso. Ma il vicino di casa stava peggio di me, prossimo a miglior vita.
Mi alzai per andare a fare pipì traballando.
Nel corridoio intravidi dietro il vecchio armadio di legno un lenzuolo nero che nascondeva una forma strana al suo interno. Sussultai impaurito.
“Chi va là?” dissi con un filo di voce.
Nessuna risposta.
Tremante allungai una mano presi il lenzuolo e lo tirai forte a me.
Orrore più grande non si può descrivere: un enorme scheletro in piedi mi fissava senza il suo straccio addosso!
“Ridammi subito le vesti stupido umano non vedi che sono nuda?” esclamò lo scheletro.
Terrorizzato lascia la presa e balbettai: “Co-sa se-i?”
“Lo sai umano, telo leggo negli occhi lo hai già capito”.
Pietrificato e con gli spasmi della febbre mi misi a sedere fissando quella orrenda figura.
“Tu-tu-tu sei la Morte ! Cosa vuoi? Sono troppo giovane per te! Insomma ho solo un po’ di febbre!” urlai spaventato.
“Rasserenati vivente spaventato non sono qua per te, ma per il tuo vicino, ho sbagliato casa tutto qua, succede anche hai migliori sai?”
“Ma-ma-ma tu… cioè lei… non è possibile!”
“Dammi pure del tu umano, cerco nuovi amici” disse in tono beffardo e sinistro.
“No, no io e lei non siamo amici, proprio per nulla! Anzi!”
“Ti conviene usare un tono più consono o mi pregherai di tornare presto”
“Ma come? Cosa vuole dirmi?”
“Tu sei sotto la mia amica Malattia che ti ha in “cura”, anche per un semplice mal di gola, ma se le dico di trasformare l’infezione in difterite, poi vedrai che mi pregherai di venire presto e mi darai più rispetto”
“No, no, no. Egregia Signora non si disturbi” avevo ripreso il controllo, se pur parzialmente. ” Lei è stata gentile e mi scusi delle vesti non volevo certo vedere la sua nudità”. Intanto si era già rivestita e stava per andarsene.
Ma non potevo perdere quell’occasione.
“Permette qualche domanda Signora?” dissi sempre seduto.
“Uffa, cosa vuoi ?”
“La volta che cascai in strada e svenni, quando riaprii gli occhi ho avuto come l’impressione che oltre hai mie due amici intorno c’era una terza persona, era lei?”
“Ma certo stupido, ti fissavo perché pensavo ti fossi rotto la testa, invece era solo un colpo alla schiena, una cosa da nulla”
“E la volta che mio nonno stava morendo allora è con lei che stava parlando?”
“Ma certo lo tranquillizzavo dicendogli che la mia amica Malattia stava per andarsene, perché una così brava persona non si meritava di soffrire ancora”
“Allora è sempre stata lei a far miagolare in quel modo il mio gatto come in preda all’ultima convulsione prima di espirare?”
“Gli ho solo tirato la coda perché non sapevo se era sempre vivo”
“E quando quel caro amico che lei sa mi ha detto di andarmene senza motivo: con chi ce l’aveva?”
“Non diceva a te non preoccuparti, ce l’aveva con me”
“Certo era così giovane…”
“Giovane o vecchio non ti devi permettere di giudicare ciò che faccio, io non sono amica del Tempo! Le cose le decido io, chiaro?”
Preoccupato risposi:
“Ma certo… mi scusi… ma perché ce l’ha col Tempo?”
“Perché ho provato a ucciderlo, ma scappa sempre, crede che non morirà mai, spera di scorrere in eterno: non ti sembra crudele?”
“Beh… insomma… il pensiero che devo morire… mica mi piace tanto.. sa?”
“No caro mio! Voi umani avete il contratto con me a tempo indeterminato! Ci mancherebbe anche!”
“Quindi col Tempo presumo che vi sia un contratto a termine giusto?”
“Certo! È ovvio! E se non fai il bravo e mi fai arrabbiare strappo pure il tuo contratto col Tempo!”
” No, no! Signora carissima…”
“E ora lasciami andare scocciatore e ti porto con me, tanto prima o poi…”
Dopo i miei scongiuri chiesi prontamente:
“Posso chiederle un’ultima cosa?”
“Che noia, dimmi dai, ma poi devo proprio andare non senti come mi chiama il tuo vicino”
Urli indistinti di spasmi e sofferenza si avvertivano da oltre la porta d’ingresso. Ma dovevo assolutamente fargli quella domanda che da troppi anni rimaneva senza risposta, era un’occasione unica.
“Perché porta via soprattutto le brave persone? Mentre le persone più cattive e meschine campano più a lungo?”
“Questa domanda deve farla a Dio e al Diavolo non ha me!”
“Cosaaaaaaaaaaa? Allora Dio esiste? Che bella notizia!” risposi concitato.
“Ma certo sciocco! Solo che si fa sentire un po’ meno che il suo collega, il Diavolo mi chiama più spesso.”
“Come ti permetti scheletro d’ossa di parlare così male del Bene assoluto? Del Creatore?”
“Io mucchietto d’ossa? Ma sai quante donne anoressiche mi hanno fatto i complimenti per la mia linea? E prima scommetto che mi hai strappato via le vesti per vedermi le gambe! Sono una gran bella Signora, stupidissimo vivente col mal di gola e inopportuno scocciatore dovrei prenderti e portare via al posto del vicino!”
“No-no-no, mi scusi … scusi… scusi… ma perché parla così male di Dio io non capisco proprio…”
“Ok, mi fai pena e te lo spiego: mentre tutte noi creature ultraterrene ci facciamo un bel mazzo tutti i santi giorni: io, il Tempo che lavora sempre (tranne che per il tuo orologio a muro, ma il Tempo odia gli orologi cinesi), la Vita che si da fare anche se è mia nemica, il Maligno, infondo è un povero Diavolaccio che lavora tutti i giorni, la Malattia è instancabile, Dio si può dire che nonostante ci ha creato tutti noi… poi ha un po’ tirato i remi in barca… insomma ci fa lavorare, ci comanda quando vuole… ma per lo più è assente… ora non per parlarne male… forse sta pensando a qualcosa di grande, etc… ma per ora non fa un granché io per esempio è un bel po’ di tempo che non lo vedo.”
“Che sia morto?”
“Macché. Sei scemo? Lo avrei saputo è il mio lavoro… e poi Dio non muore mai. Forse il Tempo morirà, se ci riesco. Ma Dio non muore è lui che dirige la baracca capito? E anche se ci lamentiamo, io e gli altri, insomma alla fine siamo qua per Lui. Gli vogliamo bene.”
“Un’altra domanda…”
“No basta così ti ho già detto anche troppo! Ora me ne devo andare”
“Per sempre?” chiesi speranzoso.
“No caro, prima o poi torno amico mio!”
“Io e lei non siamo amici! Ma non si arrabbi non può essere altrimenti”
“Va bene. Arrivederci! E cerca finché campi di stare su che mi sembri un po’ fragile! Un po’ di Vita dai!”
“Ma cosa dice?”
“Sono amica dell’Ironia, sai?”
“A me sembra amica del Cinismo. Sa?”
“Ma certo ho tanti amici, vedi? Prima o poi abbraccio tutti! Ahahahahaha”
E col suo mantello elegante e strascicato, tenebroso e cadente sene andò via, lasciandomi in preda a una gradita liberazione.
Pregai spesso Dio dopo quella volta e cambia l’orologio a muro.

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