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#CORONAVIRUS 2 APRILE 2020

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Aprile 03
08:06 2020

OGGI ALTRI 21 NUOVI CASI AI CASTELLI ROMANI E LITORANEA

ABBIAMO RAGGIUNTO IL PICCO DEI NUOVI CONTAGI IL 26 MARZO, MA LA CURVA NON SCENDE SERVE ANCORA L’IMPEGNO DI TUTTI: #RESTIAMO A CASA

STABILIZZARE IMMEDIATAMENTE I “NOSTRI EROI”, I LAVORATORI PRECARI DELLA SANITA’ CHE STANNO COMBATTENDO IN PRIMA LINEA

Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la litoranea, il 31 marzo il numero dei contagi è salito a 447, con altri 21 nuovi casi nuovi.

Sulla base delle nostre analisi, la curva dei nuovi contagi ha raggiunto il picco il 26 marzo, ma, dopo una prima discesa del numero di nuovi contagi, siamo bloccati da una settimana e la curva non scende. Dopo 24 giorni di quarantena forzata il numero di nuovi contagi è troppo alto, segno che le misure restrittive in alcuni comuni sono purtroppo insufficienti.

L’andamento dei contagi (linea rossa nel grafico) rimane molto più lento rispetto alla simulazione del numero di contagi ottenuta con il modello matematico (siamo scesi al 10% e siamo tra i migliori in Italia).

Quindi, nei Castelli Romani e Litoranea stiamo contenendo e sconfiggendo il coronavirus. Senza questo impegno straordinario dei cittadini i contagi sarebbero arrivati nei Castelli Romani e Litoranea a 4.699 positivi, con un impatto devastante sulle deboli strutture sanitarie pubbliche.

Questi risultati sono stati ottenuti anche con un eccezionale lavoro della ASL RM6 e dei soggetti positivi che sono riusciti a mettere in sorveglianza domiciliare nel nostro territorio migliaia di persone che hanno avuto rapporti con i soggetti positivi.

Di seguito la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali dei comuni interessati: Grottaferrata (86 contagi, di cui 64 suore), Nettuno (48), Pomezia (35), Frascati (30), Velletri (23),  Marino (22), Lariano (19), Ciampino (13), Albano (12), Anzio (12), Genzano (12), Ariccia (11), Ardea (7), Montecompatri (7), Monte Porzio Catone (6), Rocca di Papa (6), Rocca Priora (5), Colonna (4), Castel Gandolfo (3), Lanuvio (3), Nemi (0). Si precisa che i dati sono in continuo aggiornamento.

Per visualizzare la cartina per comune sulla diffusione del coronavirus nelle province di Roma e Latina, puoi fare click sul seguente link:

https://drive.google.com/open?id=1sI_jgUiLG9xh7GKQp5-W-_NV9tS7Z2Ne&usp=sharing

E’ importante notare che ben 170 comuni del Lazio con una popolazione complessiva di 296.260 abitanti non presentano alcun contagio.

Ci sono Nemi, le isole (Ponza, Ventotene) e altri 8 comuni della provincia di Latina, decine di comuni appartenenti alle comunità montane dell’Aniene, dei Monti Lepini, dei Monti Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e Prenestini, 37 comuni del frusinate, 26 comuni del viterbese e 50 comuni del reatino.

Negli ultimi giorni è esploso il problema delle case di riposo. Il problema nella diffusione del coronavirus sono le comunità dei soggetti più deboli e più indifesi (i nostri anziani e i soggetti con handicap), comunità che andrebbero difese con maggiore impegno da parte di tutte le istituzioni.

Un ringraziamento particolare a tutti i lavoratori (personale sanitario, lavoratori impegnati nella filiera alimentare e nella raccolta dei rifiuti, vigili urbani e forze dell’ordine, ecc.) che stanno garantendo i servizi essenziali, lavoratori cui deve essere sempre assicurata la dotazione di sicurezza (mascherine, guanti, disinfettante e altro).

Purtroppo, anche ai Castelli Romani si stanno verificando quotidianamente e con sempre maggiore frequenza casi di positività tra il personale medico, le forze dell’ordine e i lavoratori dei supermercati a causa della mancanza o della inidoneità delle dotazioni di sicurezza.

Dopo anni di saccheggio della sanità pubblica, anni di tagli pesantissimi a favore di quella privata, il Partito Comunista chiede un forte potenziamento della sanità pubblica e l’immediata stabilizzazione dei lavoratori precari della sanità, i “nostri eroi” che stanno combattendo nella trincea degli ospedali contro il coronavirus. In queste ore a decine di infermieri precari che stanno curando con altissimi rischi i “pazienti intubati” viene comunicato senza vergogna che allo scadere non gli sarà rinnovato il contratto, perché dopo 36 mesi di precariato la legge impone la stabilizzazione del lavoratore.

Questa emergenza coronavirus ci insegna che dobbiamo riconquistare due diritti fondamentali: la Sanità Pubblica e il Lavoro Stabile.

 

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