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Diario annuale 1916-1918, Ferruzzano di Lina Sarri, trascritto a cura di Lina Furfaro.

Di Maria Montessori, la prima dottoressa in Italia, ne sentii parlare quando mio figlio Andrea frequentava una scuola materna privata con personale della Montessori. Seppi, tra l’altro che era di Chiaravalle, cittadina che dista 10 Km dalla mia Jesi, e che ne vanta i natali insieme all’altro nome illustre che è Massimo Ferretti poeta e romanziere, legato esso a Jesi dove è vissuto ed è sepolto. Perlopiù, successivamente, seppi che la Montessori all’inizio del ‘900 aveva impiantato una scuola sperimentale del suo metodo nel quartiere popolare di San Lorenzo a Roma, quartiere che frequentavo in quel periodo per motivi di lavoro.

Tra l’altro, negli ultimi anni, il mio interesse per il quartiere è andato aumentando grazie alla Terza Scuola Romana di Pittura che si è andata imponendo ed ha sede presso la Fondazione Cerere nell’ex pastificio ‘Farina’. Inoltre per documentarmi andavo anche regolarmente alla biblioteca del quartiere che ha sede presso Villa Mercede.

In questi ultimi tempi, per una casualità, mi è capitato tra le mani il libro di Rosella De Salvia e Rolando Galluzzi, San Lorenzo. Luoghi, storia e memorie, che ho avuto in dono dall’autore. Un libro prezioso, che con l’altro del critico-medico Roberto Gramiccia dedicato alla scuola pittorica La nuova scuola romana, rappresentava una fonte di informazioni importanti sul quartiere. E proprio nel libro San Lorenzo ho trovato un capitolo dedicato a Maria Montessori. Come pure negli ultimi tempi ho letto proprio un’opera della educatrice con titolo La scuola è libertà.

Questo preambolo informativo per dire che ora il destino ha messo sulla mia strada anche il diario trascritto a cura di Lina Furfaro con titolo Diario annuale 1916-1918 Ferruzzano di Lina Sarri e che permette di rivivere attraverso il ricordo un’esperienza educativa per tanti versi straordinaria divenendo documento storico. Ciò che risulta principalmente dalla lettura di questo scritto della maestrina romana Lina Sarri è lo sguardo con il quale ella osserva i bambini, uno sguardo colmo d’amore e di tenerezza, come pure la vocazione della stessa all’insegnamento visto come una missione.

Il diario raccoglie appunti quotidiani in un periodo che va dal marzo 1916 al luglio 1918 che testimoniano dell’esperienza della maestra nel paese di Ferruzzano, alle pendici dell’Aspromonte orientale nel quale sperimenta il metodo Montessori appreso a Roma.

Se pensiamo che l’esperienza risale a un secolo fa, e come il metodo Montessori sia andato pigliando piede sempre di più, possiamo comprendere quanto ad essa debba ancora oggi il mondo dell’educazione. Un libro che permette di fare valutazioni intorno all’insegnamento come funzione sociale per la crescita di una società civile.

Il luogo dove si svolge la vicenda è un piccolo paese in un tempo nel quale l’analfabetismo è molto diffuso e la vita è grama, perlopiù è in atto la prima guerra mondiale e gli uomini sono al fronte.

Sono i comportamenti dei bambini, frutto di una cultura d’ambiente familiare con la sua mentalità preda di un retaggio del passato fatto di ignoranza, superstizione, miseria ed a volte anche brutalità che vengono descritti, e come essi vanno cambiando a contatto con la scuola che riesce a contaminare benevolmente anche la famiglia.

L’età dei bambini va dai 3 ai 6 anni circa, quando essi sono graziosi e pieni di slanci d’amore come pure di impeti litigiosi, e la maestrina con pazienza ed amore sa agire sulla loro malleabilità e capacità di apprendimento trasformandoli.

(Nella foto Lina Furfaro, insegnante e curatrice del testo, durante la giornata di Seminario presso la Università LUMSA lo scorso dicembre; fra il pubblico l’ex Ministro della P.I. Gerardo Bianco – n.d.e.).