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Giorgio Marlin Colatriani

Maggio 19
00:00 2012

Parlando del più e del meno ci siamo accorti che avevamo qualcosa in comune: conosceva Rocca di Papa ed era stato il primo a sapere che nella mia città – siamo a circa metà degli anni ’80 – viveva una grande scrittrice tedesca, Luisa Rinser. Erano stati alcuni suoi colleghi a meravigliarsi e insistere nel dire che nei Castelli Romani, precisamente nella mia città, era residente questo personaggio allora sconosciuto anche a Marlin. In breve, mi raccontò quella sera, si attivò subito e qualche giorno dopo venne a Rocca di Papa, chiese ai responsabili amministrativi di allora e suscitando curiosità tra alcuni di loro, risalendo a notizie carpite negli uffici dell’anagrafe, riuscì a trovarla e a conoscerla. L’amicizia con Luisa Rinser fu subitanea e Giorgio Marlin fece di tutto perché i nostri amministratori comunali si interessassero a lei: Rocca di Papa, con antenati bavaresi, proprio grazie a questa grande donna, che era nativa di Landsberg am Lech, avviò e in breve concretizzò nel 1989, anche con l’interessamento del Dottor Cofini, direttore della Biblioteca comunale, un gemellaggio con questa amena cittadina della Baviera, sindaco Enrico Fondi. Giorgio Marlin Colatriani era orgoglioso di questa sua iniziativa che aveva portato a cementare l’amicizia tra due città ma, a parte la grande amicizia e corrispondenza con la Rinser, restò dietro le quinte in questo evento. Una sorpresa per me quella sera sentirmi raccontare tutto ciò da una persona appena conosciuta, così gentile e cortese, che era informata sulla mia città e su tanti particolari del mio territorio. Quella sera, il professor Marlin prima di salutarci, mi fece dono di una dedica sulla mia poesia, dedica che conservo con cura. Volle che ci scambiassimo i recapiti e mi chiese di mettermi in contatto con un mio compaesano che ai tempi della ricerca della Rinser si era molto attivato, cosa che feci quando tornai a Rocca di Papa. Qualche tempo dopo il professor Marlin mi invitò ad una interessante gita culturale da lui organizzata a Civita Castellana, nelle bellezze etrusche e medievali della zona. Ricordo che sull’autobus che ci portava nella zona da visitare, ebbi modo di vedere molte foto e articoli che raccontavano della sua amicizia e corrispondenza con Luisa Rinser. Amabile intrattenitore, colto cicerone, affabile conversatore, quella giornata fu un modo per conoscere e apprezzare ancora di più questo grande signore, generoso, dall’animo sensibile e gentile, la sua grande cultura e umanità. In quell’occasione ebbi modo di sentirlo declamare versi etruschi da lui decriptati ai quali aveva dato dei suoni. Era membro della Norman Accademy, una importante associazione culturale che organizzava visite guidate, e in queste uscite spesso aveva, per chi partecipava, qualcosa da donare; anch’io conservo gelosamente un dono ricevuto in quell’occasione. Amava il mare il Professor Marlin, aveva preso in prestito proprio questo soprannome da un pesce, il marlin; aveva curato per la Rai la trasmissione “Mare Nostrum”. La passione per il mare era pari a quella dell’amore per la storia e l’arte: docente di romanistica dell’Accademia Tiberina, era un valente critico d’arte; ma anche un appassionato di ceramiche e monili etruschi. Si era fatto promotore anche di un’altra bella iniziativa, il “Pentathlon della cultura” che prevedeva la partecipazione di artisti impegnati in diversi campi quali il canto, la pittura, la scultura, la scrittura, ecc. Era un trascinatore, si faceva portavoce di ogni iniziativa che finanziava a sue spese. Molte altre qualità artistiche, espressive e culturali erano racchiuse nella sua persona dall’animo gentile e generoso. La sua voce al telefono risuona ancora nella mia memoria quando ci invitava a prendere parte ad alcune sue iniziative. Ci mancherà il professor Giorgio Marlin Colatriani: malato da tempo, ci ha lasciati uno dei primi giorni di aprile; lo hanno salutato parenti e amici con una cerimonia semplice presso la piccola chiesetta Madonna del Rosario di Colle Ionci, a Velletri; sulla bara un semplice ramo intrecciato di violacciocche; se n’è andato nel modo più semplice e silenzioso, discreto com’era quando tra il gruppo dei suoi ‘discepoli’ indicava e insegnava con tutta la sua grande cultura e la sua naturale modestia.

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