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Giuseppe Albanese, riapre i concerti di Roma Sinfonietta con Beethoven, Schoenberg e Busoni

Giuseppe Albanese,  riapre i concerti di Roma Sinfonietta con Beethoven, Schoenberg e Busoni
Febbraio 16
12:16 2024

Giuseppe Albanese, pianista che vanta una cospicua discografia e una brillante carriera internazionale, riapre i concerti di Roma Sinfonietta con Beethoven, Schoenberg e Busoni   

Il pianista Giuseppe Albanese eseguirà “Al chiaro di Luna” e “Appassionata”, due tra i capolavori più noti amati di Beethoven, e poi il Novecento storico di Schoenberg e Busoni, mercoledì 21 febbraio alle 18.00 nel primo concerto per il 2024 della stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1.

Giuseppe Albanese è uno dei pianisti della generazione dei quarantenni più apprezzati in campo nazionale e internazionale. Ha pubblicato vari cd con Deutsche Grammophon, ha inciso la musica per pianoforte e orchestra di Liszt per Universal e ha partecipato all’integrale della musica di Bartók per Decca. Ha suonato per le più importanti istituzioni musicali italiane e ha anche un’intensa attività internazionale (il giorno dopo il concerto di Roma eseguirà un programma quasi identico a Copenaghen), che l’ha portato nelle più prestigiose sale da concerto di New York, Berlino, Parigi, Londra, Varsavia, San Pietroburgo, Città del Messico, Buenos Aires e ancora in Corea, Thailandia, Austria, Portogallo, Spagna, Svizzera, ecc. Ai suoi esordi ha vinto premi in prestigiosi concorsi come il Vendôme di Parigi e il Busoni di Bolzano e ora viene a sua volta invitato come membro della giuria di concorsi internazionali. È anche laureato in Filosofia col massimo dei voti e la lode con una tesi sull’Estetica di Liszt.

Albanese dedicherà la prima parte di questo suo concerto a due dei massimi capolavori della musica pianistica di ogni tempo, ovvero due famosissime Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven note con titoli inventati in epoca romantica, che forse Beethoven stesso non avrebbe approvato ma che tuttavia ben esprimono la loro temperie espressiva. Così la Sonata n. 14 in do diesis minore op. 27 n. 2, definita dal compositore stesso “Quasi una fantasia”, è oggi nota col titolo “Al chiaro di luna”, che deriva dal motivo iniziale, placidamente ondeggiante come le acque di un lago alla luce della luna. La Sonata n. 23 in fa minore op. 57 – che Beethoven stesso considerava la migliore delle sue Sonate – è stata definita “Appassionata”, inventando un inesistente collegamento tra questa musica e il tormentato amore di Beethoven per la misteriosa “immortale amata”.

Nella seconda parte sono in programma i Sechs kleine Klavierstucke op. 19 (Sei piccoli pezzi per pianoforte) scritti da Arnold Schoenberg nel periodo della sua totale libertà da ogni teoria, sistema o metodo, che si trattasse della tonalità tradizionale o della dodecafonia da lui stesso ideata alcuni anni dopo. I primi cinque di questi sei pezzi furono composti in un solo giorno, il 19 febbraio 1911, mentre il sesto fu aggiunto il 17 giugno (si ritiene che sia un omaggio a Mahler, scomparso poco prima). Durano in media un minuto l’uno: qui è eliminato tutto ciò che è superfluo e viene raggiunta la più assoluta concentrazione.

Si passa quindi a Ferruccio Busoni, uno dei più grandi virtuosi del pianoforte e uno dei più rappresentativi compositori degli anni a cavallo del 1900, la cui musica è una sintesi delle tradizioni italiana e tedesca. Ma i suoi interessi erano vastissimi: nel 1915 s’interessò alla musica dei nativi americani e compose i quattro brani del Diario indiano, in cui rielaborò canti degli Cheyenne, dei Pueblo e di altri popoli indoamericani. Il concerto si conclude con due delle Elegie op. 7 del 1908, un’opera centrale nella produzione di Busoni, che disse: “Ho assunto finalmente il mio volto assolutamente personale soltanto con le Elegie”. Albanese eseguirà la n. 2, intitolata “All’Italia, in modo napolitano“ e la virtuosistica n. 4, che riprende un episodio delle musiche si scena da lui composte per Turandot, la “fiaba teatrale cinese” di Carlo Gozzi.

 Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti

I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta (telefono 06 3236104 – email: romasinfonietta@libero.it) o presso l’Auditorium E.Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” a partire da un’ora e mezzo prima del concerto.

 

 

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