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I prospetti di Velletri com’era

I prospetti di Velletri com’era
Giugno 19
22:00 2014

Palazzo Ginnetti (ricostruzione)Al centro della Regina Viarum, lanciata come uno strale verso la terra del sole e degli ulivi verdeggianti, Velletri appariva come una vedetta d’antan agli occhi dei viaggiatori del Grand Tour, così protesa verso le insidie delle paludi pontine e al tempo stesso così rassicurante e meravigliosamente luminosa, adorna di gioielli architettonici e ricca di reperti unici custoditi nel prezioso e perduto Museo Borgiano, che Goethe definiva un «tesoro che sarebbe un peccato imperdonabile non vedere».

Una tappa d’obbligo per restare ammaliati «dagli alti cipressi che suscitano emozione attraverso le arcate della Galleria Ginnetti», scrive Cornelia Knight, che è stata la più famosa reporter dei tempi moderni.
Ora tutto questo non c’è più, o quasi. L’autostrada del Sole ha sostituito l’Appia come arteria principale; le bombe del ’44 hanno raso al suolo la città; l’incuria ha fatto il resto e Velletri si è chiusa nel suo “splendido isolamento” fatto di torpore, sonno, oblio. Ma forse anche per questa città potrebbe esserci un nuova “primavera”. Basterebbe far tesoro del passato per costruire un futuro migliore. Ed ecco che l’iniziativa di Guido Giani, che ha dedicato tutto il suo tempo libero alla ricerca della Velletri sparita, può essere vista come un prezioso revival non solo per collezionisti o turisti occasionali, ma anche per le nuove generazioni che solo con «testimonianze a futura memoria possono riappropriarsi di un’identità che l’ingiuria degli uomini più che del tempo ha distrutto, lasciando una labile traccia di questa nostra tanto amata città millenaria» (R. Mammucari).
“I prospetti di Velletri com’era e com’è”, presentati da Giani in una bella mostra il 21 maggio, fanno rivivere la memoria di un passato che parla del vissuto glorioso, rustico e rurale, di un variegato telaio che dimostra come la storia sia frutto di respiri e sospiri. Disegni originali e ricostruzioni fedeli come attestati unici e rari di luoghi che il tempo ha cancellato, portando con sé il retaggio morale e civile di infinite generazioni.
A dimostrazione delle passate efferatezze, sono esposte immagini di foto-inserimenti, realizzati da Tobia Giani, che mostrano come sarebbe stata oggi Velletri se palazzi e monumenti esistessero ancora. Palazzo Ginnetti nella sua maestosa bellezza; Porta Romana progettata dal Vignola, imponente e regale ma non abbastanza larga per i benpensanti e quindi miseramente abbattuta; il Teatro della Passione di Antonio da Faenza; il Palazzo barocco De Bonis; il bramantesco Tempietto del Sangue; e tanto altro di cui rimane solo qualche pietra.
Ma la vita continua. Importante è non dimenticare, imparare dagli errori commessi e fare tesoro della memoria storica salvando il salvabile: come ha fatto Giani nell’opera di restauro di Torre Astura, anch’essa in mostra, che il mare rischiava di portar via.

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