Il Castello Colonna
Situata sulla sommità di un colle, la cittadina di Colonna è il comune territorialmente più piccolo dei Castelli Romani. Castello il cui nome deriva dalla famiglia omonima che ne possedeva il feudo e dominava il paese. La più antica menzione del castrum risale al 313 che fu sede vescovile e già nel 1081 appare come Castello fortificato appartenente in parte al monastero di S. Paolo Fuori le Mura di Roma. Dal 1053 fu prima feudo dei Conti Tuscolani poi passò ai Colonna, quindi ai Ludovisi, ed infine ai Rospigliosi – Pallavicini. All’inizio del XV secolo esso era già disabitato. La storia del Castello fu per lungo tempo legata a quella della potente famiglia dei Colonna; essi coinvolsero la vita del Castrum Columnae nelle loro vicende politico-militari e in particolar modo nel loro ereditario conflitto con la Santa Sede. Fra il 1225 e il 1235 il cardinale Giovanni Colonna fece costruire, intorno al Castello, robustissime mura di cinta, parte delle quali sono tutt’ora visibili. Per evitare inoltre qualsiasi pericolo di tradimento, fece scavare intorno al Castello un larghissimo fossato e ordinò che tutte le case dei vassalli venissero costruite lontano dalle mura stesse. Nello stesso periodo venne costruita la torre di vedetta, situata sul poggio della Pasolina in posizione elevata e strategica. Nel 1298 papa Bonifacio VIII, acerrimo nemico della nobile casata, decretò la distruzione del Castello, che fu ridotto a un ammasso di macerie e l’abitato di Colonna fu raso al suolo, rimanendo completamente spopolato per lungo tempo. I Colonna non si scoraggiarono e dopo alterne vicende ottennero dal pontefice Clemente V di essere reintegrati nei loro possedimenti. Nel 1310 venne riedificato il Castello attorno al quale cominciarono a sorgere molte case e il borgo si ingrandì. Risale al 1328 il primo stemma del Castello, concesso da Ludovico il Bavaro. Il dominio della famiglia Colonna durò fino al 1662 quando il castrum pervenne al cardinale Ludovico Ludovisi, uomo generoso e comprensivo che concesse ai propri sudditi importanti privilegi. La famiglia Ludovisi, dopo 48 anni dall’acquisto, rivendette a sua volta il feudo a Giovanni Battista Rospigliosi, principe Pallavicini, che nel 1849 rinunciò ai propri diritti baronali. Così il Castrum Columnae, dopo sette secoli di dominio feudale, poté finalmente acquisire l’ambito titolo di comune libero. L’edificio cinquecentesco non conserva nulla della costruzione medioevale. Presenta un bellissimo portale in bugnato imponente che interrompe il muro a scarpata ed è sovrastato da una torretta con orologio pubblico che, all’epoca, era di grande utilità per la vita del paese. La facciata posteriore del Palazzo, di chiara ispirazione alle architetture del Vignola, è arricchita da un porticato a due piani e da una loggia ad arcate che sono state in parte murate. Da qui si accede al cortile del XVI secolo, al centro una fontana con la colonna emblema della famiglia. Sino alla fine del 1500 il Palazzo servì come residenza abituale del principe e come sede del vicario, nei secoli successivi divenne anche sede carceraria e ciò gli valse il nome di Palazzaccio.
Bibliografia: (Ist.Italiano CastelliLazio-www.castit.it-Rendina-Bonechi-Aurigemma)
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