IL COMUNE DI CIAMPINO DESTINA UN GARAGE ALLE AUTO PRIVATE DELLA GIUNTA
IL COMUNE DI CIAMPINO DESTINA UN GARAGE ALLE AUTO PRIVATE DELLA GIUNTA E DELIBERA LA SOSTA GRATUITA SULLE STRISCE BLU AI CONSIGLIERI COMUNALI.
CGIL E CISL: “ATTO GRAVISSIMO, I CITTADINI E I LAVORATORI PAGANO, I POLITICI HANNO POSTI RISERVATI E NON PAGANO”.
Le organizzazioni sindacali Fp Cgil Roma Sud Castelli Pomezia e Cisl Fp di Roma stigmatizzano la disparità di trattamento che l’Amministrazione comunale di Ciampino ha attuato tra i politici ed i lavoratori dell’ente, nonché i cittadini.
“Abbiamo inviato solo pochi giorni fa – affermano Antonio D’Agostino (Cisl) ed Elisa Mastroianni (Cgil) – una nota al Sindaco con la quale chiedevamo spiegazioni sull’aver destinato il garage sotterraneo al Municipio, che ci risulterebbe privo di collaudo ed inagibile come parcheggio, alla sosta privata delle auto degli assessori e del Presidente del consiglio comunale. Dalle notizie che ci pervengono poi da diversi nostri iscritti e cittadini, anche altri esponenti dell’amministrazione sarebbero in possesso della chiave della serratura e quindi autorizzati a parcheggiare all’interno del garage. Il tutto mentre i lavoratori devono pagare un euro al giorno per i pochi posti a disposizione, e i cittadini non residenti in zona un euro l’ora, sempre che trovino posto.”
“Ebbene, non solo non ci è pervenuta risposta – proseguono i dirigenti sindacali – ma addirittura apprendiamo dall’albo pretorio che la Giunta, all’interno della Delibera della rimodulazione del piano sosta cittadino, ha istituito la sosta gratuita per le auto private dei consiglieri comunali per tutte le zone a pagamento sull’intero territorio comunale, generando così una evidente disparità tra i lavoratori, costretti a pagare per venire a lavorare e a cercare posto lontano dalla sede municipale e gli amministratori che godrebbero di un ingiustificabile privilegio che ricorda molto i tempi delle auto blu.”
Le organizzazioni sindacali Fp Cgil e Cisl Fp chiedono al Sindaco ed all’Amministrazione comunale di revocare o rettificare gli atti depurandoli di quegli elementi di arbitrio che generano un trattamento discriminatorio tra potere, cittadini e lavoratori.
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