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Nella seduta del 18 dicembre 2023 il consiglio comunale del Comune di Albano Laziale ha approvato il Documento Unico di Programmazione (il DUP 2024-2026).

Il DUP. Si tratta di un voluminoso documento di 347 pagine senz’anima non dice nulla su cosa l’amministrazione ha promesso di fare, su cosa ha fatto, e cosa intende fare nei prossimi tre anni, con quali risorse umane e finanziarie. Manca quello che dovrebbe esserci: la programmazione della città nel contesto sociale ed economico a livello regionale, nazionale, europeo.

E’ da sette anni che, senza soluzione di continuità, viene stancamente riproposto uno zibaldone pieno di pezzi del bilancio, schede tecniche, riferimenti giuridici, dettagliati elenchi sui più disparati argomenti. Sono state sistematicamente avanzate proposte di miglioramento, anche suggerendo di ispirarsi a comuni virtuosi come i Comuni di Siena e di Prato, ma vox clamantis in deserto, la programmazione non appare nelle corde dell’amministrazione comunale.

Il Documento, di difficile lettura, appare come il frutto di un copia e incolla. Vi sono decine e decine di pagine (circa un terzo del totale) che trattano temi di natura legislativo-istituzionale del tutto irrilevanti. Leggere il testo in PDF comporta una notevole fatica nel passaggio da una pagina all’altra. Le tabelle con i dati in molti casi non riportano il totale per cui, per passare dal dettaglio alla dimensione del fenomeno, è necessario farsi i conti a mano. Alcuni consiglieri comunali risultano responsabili di attività gestionali in palese violazione delle regole e in conflitto di interessi (sic!) e il nome di un assessore non è menzionato. Per tutti i tre anni di programmazione è previsto un introito di circa un milione di euro per gli oneri concessori, in aperta contraddizione con l’esplicita politica di “cemento zero” dell’amministrazione comunale.

Non vengono affrontate alcune questioni particolarmente rilevanti per la città: per esempio l’inceneritore di Santa Palomba, la discarica di Roncigliano, lo stato del sistema viario, il cimitero, la cura dell’ambiente, le attività economiche e commerciali, l’uso dei fondi del PNRR (ben 23 milioni di euro) che il Comune avrà estrema difficoltà a spendere e rendicontare, la funzionalità delle strutture comunali deficitarie per l’insufficiente numero di dipendenti e non di rado per le loro scarse capacità professionali, e tanti altri, per finire con la (non)realizzazione del Centro del riuso.

Il DUP non parla delle azioni positive volte a sollecitare la partecipazione attiva dei cittadini alla cosa pubblica attivando le molteplici iniziative previste nello Statuto comunale, né fornisce elementi per la verifica dell’azione amministrativa: il concetto di accountability, e cioè la rendicontabilità di ciò che l’amministrazione fa, è assente.

IL CONSIGLIO COMUNALE DEL 18 DICEMBRE 2023. Secondo le regole, la discussione del punto dell’ordine del giorno del consiglio comunale doveva iniziare con l’illustrazione del DUP da parte dell’amministrazione (dell’assessore alla programmazione e, visto che ad Albano non c’è, del sindaco) ma ciò non è avvenuto. Il presidente ha dato avvio alla discussione assumendo esplicitamente che i consiglieri avessero letto il documento. Questo modo di procedere è in aperto contrasto con i principi della rappresentanza democratica: ai cittadini presenti alla seduta non è stato consentito di conoscere come i propri rappresentanti stavano trattando i problemi della comunità, come se l’approvazione del DUP fosse una questione privata degli eletti pro-tempore a Palazzo Savelli e non un momento di partecipazione e di controllo democratico da parte del popolo sull’azione dei propri rappresentanti politici. Era diritto e dovere dei consiglieri pretendere che il DUP venisse illustrato e intervenire con osservazioni e critiche puntuali sul suo contenuto, ma ciò non è avvenuto – quanti dei presenti avevano letto davvero le 347 pagine?

Di fronte a un sistema di rappresentanza che vede in Italia i consigli comunali, come d’altronde il parlamento nazionale, sempre più emarginati e impotenti, i cittadini si sentono esclusi, si allontanano dalla partecipazione politica, e cresce l’astensionismo elettorale. Se si continua su questa strada, che conduce al fallimento della politica in uno stato democratico, cresce nelle persone la voglia dell’uomo forte. Ad Albano Laziale la politica deve dimostrare che ha un progetto, una prospettiva, e ciò si deve riflettere anche nel DUP. Vedremo se il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), quando verrà redatto per la prima volta, in ritardo, sarà anch’esso uno zibaldone o se rappresenterà un passo avanti in termini di qualità del testo e di capacità di instaurare, così come dettato dalla legislazione vigente, un dialogo con i cittadini.

Se manca una vigorosa azione politica, anche a livello locale che dia corpo e vigore al pur imperfetto sistema democratico, finiremo per soccombere e quello autoritario dei Putin, Xi Jinping, Orbàn, Kim Jong-un e compagni che, non va dimenticato, governano due terzi della popolazione mondiale conculcando i diritti umani e politici.

P.S. Nella seduta del 18 dicembre 2023 il DUP è stato approvato, senza che si sia entrati nel merito della questione, con un maxi-emendamento proposto dalla minoranza (la maggioranza si è astenuta) e al contempo è stato approvato un ordine del giorno della maggioranza relativo alla discarica di Roncigliano (con l’astensione della minoranza). In questo caso ha prevalso una visione della politica ispirata alla collaborazione piuttosto che alla contrapposizione pregiudiziale maggioranza/opposizione.