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La baracca dei tristi piaceri, di Helga Schneider

La baracca dei tristi piaceri, di Helga Schneider
Novembre 13
11:41 2015

L’abominio del nazismo ci è a tutti noto. Nessuno oggi potrebbe affermare di non conoscere la storia di questa dittatura, di non aver mai sentito parlare di Hitler e della sua “soluzione finale”. In tutto il mondo non c’è persona che potrebbe giurare di non aver mai visto nemmeno una foto di un lager, di un deportato, di un bambino ridotto pelle e ossa, di uomini marchiati come animali e donne separate dai loro figli.

La storia però non è solo questa. C’è un altro aspetto molto doloroso, a lungo celato, che va raccontato proprio per impedire che qualcuno possa ancora negare o tacere. Poiché non bastava l’umiliazione di essere deportati come bestie, denudati, marchiati, costretti a lavorare giorno e notte, al caldo e al freddo. Poiché non bastava venire separati dai propri familiari, tirare fuori i cadaveri dalle camere a gas e buttarli nei forni crematori. Poiché questo era ancora poco, i nazisti ben pensarono nelle loro menti diaboliche di creare dei veri e propri bordelli all’interno dei lager. Questa è la verità agghiacciante di cui parla questo libro, senza mezzi termini, facendo trapelare il disgusto più totale verso uomini indegni di essere chiamati tali.

È il racconto di donne costrette ad abusi non solo da parte delle SS ma anche dei deportati. Donne che venivano sterilizzate perché così potevano servire allo scopo e non avrebbero dato problemi. Potrebbe sembrare assurdo considerato che nella Germania nazista, per motivi di igiene razziale, per conservare la razza ariana e garantire che non ci fossero “contaminazioni” con altre razze, la prostituzione era considerata un grave reato punibile con la reclusione. Eppure ciò non impedi ad Himmler, collaboratore fidatissimo di Hitler, di ordinare la costruzione di dieci bordelli nei campi di concentramento. È una realtà che per molto tempo è rimasta nascosta, un po’ per omertà di chi racconta la storia, un po’ perché le vittime si vergognavo e preferirono a lungo chiudere questo segreto nel proprio cuore.

È un testo molto forte, sicuramente adatto a pubblico a lungo, che merita di essere letto, per renderci partecipi di un testamento destinato a passare di generazioni in generazioni. Non solo con riferimento in particolare allo sterminio degli ebrei, ma anche rispetto alla violenza in generale, che purtroppo è un tema di grande attualità. C’è un compito arduo da assolvere, un compito che ancora non è stato portato a termine, nemmeno oggi che siamo quasi nel 2016 e che ci vantiamo di essere una società avanzata: il rispetto della dignità umana.

Maria Elena Coletti

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