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La Croce Rossa e i Rom: linee guida per l’accesso agli insediamenti

Marzo 24
14:47 2010

Disponibili online le “Linee guida di accesso nei campi Rom e Sinti” curate per la Croce Rossa dal dottor Marco Squicciarini, Responsabile Nazionale per le attività accoglienza e assistenza alle popolazioni Rom ed ai soggetti Senza fissa Dimora. Milano, 24 narzo 2010. L’Italia è uno dei paesi dell’Unione europea in cui le politiche sui Rom sono considerate inadeguate e discriminatorie da parte della Commissione Ue, dell’Alto Commissario Onu sui Diritti Umani, dal Dipartimento di Stato Usa e dalle principali organizzazioni umanitarie. Nonostante gli accordi internazionali e le raccomandazioni che le istituzioni internazionali hanno ripetutamente rivolto al governo italiano, i diritti del popolo Rom continuano ad essere violati attraverso operazioni illegittime di pulizia etnica: sgomberi, espulsioni, persecuzione poliziesca e giudiziaria, propaganda intollerante. A questi fenomeni devianti, prodotti dal progressivo riaffermarsi di ideologie di supremazia locale/razziale e dal servilismo dei mezzi di informazione nei confronti del potere costituito, non corrispondono opportuni progetti di integrazione, piani di inserimento al lavoro e di scolarizzazione, programmi di assistenza sociale, politiche dell’abitare. Uno scenario fosco, in cui i Diritti Umani sono stati via via annientati e sostituiti da emergenze-sicurezza montate o amplificate a fini propagandistici e dal capovolgimento dei concetti di “legalità” e “lotta al degrado”, che una società civile dovrebbe affrontare in base ai dati reali e numerici relativi alla criminalità (che in Italia riguardano prevalentemente mafia, corruzione e delitti in àmbito domestico) e all’avviamento di piani di lotta contro la povertà (sostituiti nel nostro paese dalla guerra… contro i poveri). In un simile clima, il compito della Croce Rossa è diventato cruciale, perché si trova ad affrontare gravi e vere emergenze di sanità, assistenza sociale, logistica civile e xenofobia senza che al suo impegno umanitario corrisponda il sostegno istituzionale. Il Gruppo EveryOne si è trovato a volte in disaccordo con le politiche della Croce Rossa, i cui operatori rischiano spesso di trasformarsi – se calati in situazioni istituzionali devianti – in “collaborazionisti”, dimenticando che, per statuto, le loro finalità dovrebbero essere sempre al servizio dei profughi, degli emarginati, dei perseguitati. Il Responsabile nazionale per le attività accoglienza e assistenza alle popolazioni Rom ed ai soggetti Senza fissa Dimora, dottor Marco Squicciarini, impegnandosi sempre al servizio delle finalità previste dallo statuto della Croce Rossa e ponendosi più volte in una posizione duramente critica rispetto alle istituzioni centrali e locali, ha dimostrato con l’esempio quotidiano come sia possibile restare fedeli agli ideali umanitari della Croce Rossa – espressi anche dalla Convenzione di Ginevra – senza cedere alle pressioni e indicando sempre alle autorità la sola via moralmente e civilmente accettabile, che è quella del pieno rispetto dei Diritti Umani. E’ proprio in virtù della sua opera e del suo esempio che Roberto Malini ha accolto positivamente l’invito a scrivere una concisa “Storia del popolo Rom”, finalizzata a fornire informazioni storiche e culturali sui Rom e i Sinti, quale capitolo di apertura delle “Linee guida di accesso nei campi Rom e Sinti”, curate per la Croce Rossa dal dottor Squicciarini. Le “Linee guida” rappresentano uno strumento nuovo, che fornisce agli operatori umanitari una metodologia di approccio al contato con le comunità Rom e Sinte in linea con i principi della Croce Rossa e alle personalità istituzionali una direttiva che riassume le priorità umanitarie e civili rispetto ad errate o inique esigenze securitarie. Non tutto, di quest’opera, è condivisibile: un’organizzazione per i Diritti Umani, per esempio, non può che opporre una dura critica alle esigenze di monitoraggio o al controllo poliziesco degli insediamenti, che violano e discriminano la dignità di un popolo, ponendo in rilievo un suo particolare- e pregiudizievole – grado di “problematicità sociale” rispetto ad altre etnie. L’insieme delle “Linee guida”, tuttavia, rappresenta un approccio inedito alla realtà di una comunità etnica ancora troppo poco conosciuta e oggetto di leggende di stampo medievale che sono dure a morire.

Un percorso di accoglienza

“L’interesse del testo è strettamente legato all’approccio utilizzato che affronta insieme alla tematica dell’accoglienza dei Rom e Sinti anche quella della gestione dei Campi: due ambiti dell’azione e dell’intervento sociale strettamente correlati che queste linee guida mettono in chiara evidenza. Si tratta di due forme di intervento tanto importanti quanto gravidi di rischi di scivolamento nella retorica e nell’astrattezza. Sono poi due realtà di assistenza definite diversamente e in generale caricate di funzione sociale differente. Per dirla in termini pratici e concreti: l’accoglienza dei Rom e Sinti riguarda attività di promozione della salute, vaccinazioni, inserimento scolastico, assistenza sociale in genere e sviluppo di iniziative economico-produttive, mentre la gestione dei Campi ha a che fare con la garanzia della sicurezza, lo sviluppo del territorio, l’igiene, l’inserimento sociale, il monitoraggio degli ingressi, le condizioni di soggiorno. E d’altronde una corretta gestione dei Campi può intervenire ed integrare il percorso di accoglienza, o favorire alcuni aspetti della stessa, ma non può essere considerata la modalità di azione unica e generale per le difficoltà attuali dell’inserimento dei Rom e Sinti nel nostro Paese. In conclusione vale solo la pena di sottolineare il fruttuoso confronto che ha portato alla redazione di queste Linee guida, ma che al contempo – come scrive nell’introduzione Marco Squicciarini – non è possibile senza la «valorizzazione della cultura, della storia, della memoria, degli usi e dei costumi di chi viene da lontano».
Interventi sociali promossi in ottica integrata e con azioni sussidiarie all’intervento dello Stato, possono aiutare i processi di riforma del nostro sistema di Welfare. Se questa pubblicazione contribuirà a mostrare la forza di tanti volontari animati, in tutti questi anni, dalla stessa vocazione e dalla stessa generosità, avremo dato voce alla missione della Croce Rossa Italiana al servizio di tutti i più deboli”.

Francesco Rocca Commissario straordinario Croce Rossa Italiana

Siamo tutti Rom

Qui di seguito, per completezza, il brano che conclude la breve “Storia del popolo Rom” di Roberto Malini, omessa dal curatore a causa dell’approccio fortemente critico verso le politiche anti-Rom condotte dalle istituzioni italiane: una critica che la Croce Rossa affronta, secondo le sue caratteristiche, con termini più mediati e diplomatici.

“Per opporre alla discriminazione dei Rom ragioni di civiltà è fondamentale celebrare ogni anno, nelle ricorrenze, la memoria delle vittime Rom dell’Olocausto. Scrissi il brano che segue il 16 maggio 2008, per ricordare una pagina di memoria del Samudaripen e dei suoi martiri, che nello stesso giorno, nel 1944, vergarono con il sangue una pagina indimenticabile di resistenza ed eroismo ad Auschwitz, la «fabbrica della morte».
Il 16 maggio 1944 4.000 Rom internati nello zigeunerlager di Auschwitz decisero di opporsi ai loro aguzzini, che secondo programma erano venuti a prelevarli, per condurli nelle camere a gas. Di fronte a un’umanità ridotta in condizioni pietose – formata da nugoli di bambini pelle e ossa, donne e capifamiglia scalzi – si trovava la più potente e organizzata macchina di oppressione morte di tutti i tempi. Non furono solo gli uomini a decidere di non piegare il capo di fronte ai carnefici in divisa; anche le manine ossute dei bimbi e delle donne raccolsero pietre, mattoni, spranghe, rudimentali lame e tutti insieme i Rom di Auschwitz dissero: «No!». «Non vi daremo i nostri piccoli, perché li facciate uscire dai vostri camini. I vostri medici ne hanno già straziati tanti, sperimentando la loro scienza mostruosa su di loro. Le loro urla salivano fino al cielo, più in alto ancora del fumo denso che usciva dai crematori, più in alto ancora delle nostre preghiere. Non annienterete le nostre famiglie, cui avete già tolto i doni preziosi della libertà e della dignità. Non lasceremo alle vostre mani rapaci, ai vostri cuori tenebrosi, al vostro odio disumano la bellezza delle nostre vite, la santità dell’amore che unisce le nostre famiglie in un popolo povero, ma fiero». Le mamme stringevano al petto i bimbi più piccoli, mentre combattevano; i ragazzini difendevano lo zigeunerlager finché il sangue non li copriva, rendendoli simili agli spiriti della vendetta delle leggende; braccia scure brandivano armi rudimentali in un impeto instancabile, finché le SS si ritirarono, esterrefatte davanti a quell’eroismo, a quel coraggio sovrumano che affrontava le pallottole e le baionette con la carne nuda. Le SS si ritirarono, portando con sé molti cadaveri tedeschi. Solo il 2 agosto 1944 i nazisti – dopo aver ridotto in fin di vita la popolazione Rom prigioniera della «fabbrica della morte», limitando al minimo il suo sostentamento alimentare – riuscirono a liquidare lo zigeunerlager. 2.897 eroi Rom furono assassinati in una sola notte nelle camere a gas di Birkenau. Oggi, 16 maggio 2008, siamo di fronte agli eredi dei carnefici di Hitler. I mandanti del nuovo crimine di massa sono quegli uomini e quelle donne che vediamo ogni giorno sulle pagine dei giornali e in TV, sorridenti, pieni di boria, rifatti dal lifting e dal trucco, con le bocche ghignanti piene di parole che suonano come «legalità», «giustizia», «sicurezza», ma che significano persecuzione, razzismo e morte. Li vediamo ogni giorno e non hanno più colore politico, perché sono uniti e uniformati dall’odio. Non hanno rispetto di niente: non della vita, non dei diritti umani, non delle leggi universali, non della nuova Europa che si oppone ai pregiudizi. Hanno istigato violenze e pogrom in tutta Italia, ingannando le masse con calunnie razziste e incitamenti alla violenza xenofoba. Non li fermeremo, noi che vediamo ancora la luce dei Diritti Umani, noi che adesso siamo tutti Rom, noi che vogliamo essere Rom perché vogliamo essere giusti, non li fermeremo se non decidiamo fin da adesso di ereditare l’orgoglio dei Rom di Auschwitz e non ci prepariamo a schierarci accanto alle famiglie perseguitate, sfidando le autorità che non rappresentano più nulla, le divise che non rappresentano più nulla, le più alte cariche dello Stato che hanno tradito ogni valore, che non hanno il diritto ad esprimersi a nome di un popolo, di una civiltà di un’umanità che – fra tanti orrori – ha creato anche un testo che è un impegno a costruire un futuro migliore per tutti: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.

Scarica le “Linee Guida di accesso nei Campi Rom e Sinti” (4.04 MB):

http://cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3418

Contatti:
Gruppo EveryOne
+39 3408135204 :: +39 3313585406
info@everyonegroup.com :: www.everyonegroup.com

 

 

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