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La prescrizione breve: a chi giova?

Aprile 22
13:53 2011

Come definire quei giudici di Milano che tentano, con carte alla mano, di processare il Presidente del Consiglio dei ministri? Assassini, come li ha definiti il deputato Pdl Corsaro? Oppure pazzi, comunisti, o antropologicamente diversi dal resto della razza umana, come li definisce poco simpaticamente lo stesso Berlusconi? Fatto sta che i senatori Pdl Gasparri e Quagliariello hanno chiesto al ministro della Giustizia Alfano di inviare gli ispettori nella Procura di Milano e di comminare sanzioni contro i pm che ce l’hanno con il capo del Governo. La richiesta, subito accolta, non sembra aver destato grande preoccupazione né in Parlamento, né tra la gente, in quanto si è fatta passare, attraverso i media, l’idea che Berlusconi essendo stato eletto dal popolo è legittimato a governare senza essere costretto a presentarsi in tribunale davanti ai giudici per discolparsi dall’accusa di aver commesso reati, seppur gravi. La realtà è che in Italia siamo ormai assuefatti a che il Presidente del Consiglio sia contemporaneamente imputato, proprietario di televisioni e giornali, e dotato del potere di far approvare leggi che possano tornargli utili a salvarsi dai processi. È il grande problema del conflitto di interessi che, al contrario, desta allarme nel resto del mondo, dove si teme che possa accadere anche negli altri Paesi ciò che accade da noi. Infatti la stampa mondiale quasi quotidianamente riporta come esempio l’Italia come Paese dove chi vince le elezioni è proprio chi ha in mano i mezzi di comunicazione per informare la gente. Quindi mentre gli altri Paesi si preoccupano di come evitare che si verifichi il conflitto di interessi tra chi controlla l’informazione e nello stesso tempo governa, il nostro Paese invece non sembra più preoccuparsene da almeno un decennio. Né ci turba il fatto che il Presidente del Consiglio dichiari apertamente di voler “distruggere questa magistratura di sinistra“, ma anche questa “scuola pubblica dove si inculcano ideologie“, e persino di voler cambiare la Corte costituzionale (organo di controllo della costituzionalità delle leggi che emana il Parlamento) solo perché ha bocciato molte leggi che avrebbero dovuto salvarlo dai processi, come il “lodo Schifani”, il “lodo Alfano”, il “legittimo impedimento”. E nemmeno il Paese si sconvolge a vedere che Berlusconi stesso si vanti pubblicamente (durante una convention movimentista della parlamentare Pdl Brambilla) di aver imposto processo e prescrizione breve “per tutelarmi”. Una legge fatta per l’utilità di un solo processo, ma che vale per molti altri processi! Sono spiegazioni che Berlusconi preferisce dare direttamente al popolo, anziché mediare con le altre istituzioni democratiche, finendo in tal modo per delegittimarle. Il pensiero di molti è che, così dichiarando, Berlusconi distrugga lo Stato. Per il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara “siamo di fronte ad un’escalation di violenza contro la Magistratura, ma anche contro lo Stato. Perché si dimentica che molti carabinieri e poliziotti collaborano con quei magistrati definiti eversivi e brigatisti rossi” (è questa una sua dichiarazione fatta nella trasmissione televisiva In mezz’ora). Anche per il professor Carlo Grosso, celebre avvocato penalista, la democrazia starebbe addirittura per crollare sotto gli attacchi quotidiani ai principi cardine dello Stato di diritto. Per Grosso la legge passata alla Camera sulla prescrizione breve è palesemente incostituzionale, violando l’art. 3 della Costituzione. L’insigne penalista spiega che il tempo necessario per estinguere il reato non può dipendere da un singolo processo per le qualità personali dell’autore, ma deve dipendere dalla gravità del crimine commesso. Anzi – per Grosso – questa selezione della durata della prescrizione in rapporto al tipo di autore era già stata realizzata dalla precedente legge “ex Cirielli”, che aveva già dimezzato i termini di prescrizione. Ora la “norma Paniz” peggiora le cose perché diminuisce ulteriormente detti termini. Egli afferma che ci sarà un effetto devastante per la giustizia, come ad esempio per il reato di corruzione in quanto si tratta di crimini che spesso si scoprono dopo alcuni anni. L’estinzione dei processi sarà un incentivo a delinquere! Questo è quanto dice il celebre penalista. Certo è che in un Paese come il nostro dove la corruzione costa ai cittadini 60 miliardi di euro l’anno (la più alta d’Europa) la prescrizione breve potrà solo peggiorare i bilanci dello Stato e le condizioni economiche dei cittadini! Il nostro Parlamento dovrebbe tornare a fare leggi di iniziativa popolare, come in passato. Sono trascorsi più di tre anni da quando 350 mila italiani hanno firmato una proposta di legge, chiamata “Parlamento pulito”, su iniziativa del comico genovese Beppe Grillo. Tale proposta è stata fatta affinché non siano candidabili ad essere eletti persone già condannate sin dal primo grado di giudizio. Una proposta che è rimasta chiusa nei cassetti dei parlamentari senza mai essere portata in discussione. Ma così facendo si fa un grave danno alla democrazia! Questi cittadini, che ancora oggi reclamano una legge seria su questo argomento, trovano inaccettabile che siedano in Parlamento 17 condannati in via definitiva e molti altri condannati in via provvisoria. Ricordiamo che si tratta di parlamentari scelti dalle segreterie di partito prima di essere messi nelle liste elettorali, e che l’Italia è l’unico Paese al mondo dove esiste la presunzione di innocenza sino alla sentenza di 3° grado (quella cioè definitiva della Cassazione), ancorché ci siano state sentenze di condanna nei due gradi precedenti.

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