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“La prospettiva dell’effimero. Antonio Joli e la scena per angolo”- Modena dal 18 settembre all’8 novembre 2020

“La prospettiva dell’effimero. Antonio Joli e la scena per angolo”- Modena dal 18 settembre all’8 novembre 2020
Settembre 16
12:57 2020

LA PROSPETTIVA DELL’EFFIMERO
Antonio Joli e la “scena per angolo”
A cura di Lucia Peruzzi

“La Galleria. Collezione e Archivio Storico”
BPER Banca, Modena
18 settembre – 8 novembre 2020

“La prospettiva dell’effimero. Antonio Joli e la scena per angolo” è il titolo della mostra che “La Galleria. Collezione e Archivio Storico” di BPER Banca presenta dal 18 settembre all’8 novembre 2020 presso gli spazi espositivi di via Scudari 9 a Modena.

L’esposizione viene inaugurata in occasione del festivalfilosofia 2020 e interpreta il tema selezionato per la ventesima edizione del festival – Macchine – a partire da una “scena per angolo” di Antonio Joli (Modena, 1700 – Napoli, 1777), parte della Collezione di BPER Banca. L’opera è testimonianza del desiderio di “spettacolarità” che caratterizza le corti barocche, non solo in relazione al gioco scenico, ma anche in un’accezione più ampia, in cui le idee di “artificio” e “meraviglia” rispondono ad esigenze di occasionale magnificenza dinastica.

Curato da Lucia Peruzzi, storica dell’arte e consulente di BPER Banca, il percorso espositivo si apre con l’opera ad olio su tela di proprietà di BPER Banca – “Sansone abbatte il tempio” – che consente di approfondire la fase iniziale del pittore, connotata da un marcato intento scenografico e teatrale, rendendo conto dei suoi primi interessi, orientati verso il genere del “capriccio architettonico”. Il dipinto è posto, quindi, in dialogo con due tele dello stesso autore, provenienti dal Museo Civico d’Arte di Modena: una seconda opera intitolata “Sansone abbatte il tempio” e un dipinto dedicato all'”Incendio di Troia”.

«Queste tele – scrive la curatrice – con la loro affascinante commistione di artificio e verità ci immergono nel mondo effimero e vivace dei teatri e della scenografia della corte estense agli inizi del Settecento e ci rimandano a quelle suggestive ‘apparenze di scena’ che si susseguivano sapientemente durante gli spettacoli: ‘atrii grandi illuminati, fabbriche remote e rovinate, fabbriche diroccate’. Già nel secolo precedente si erano affermate a Modena con grande successo le specializzazioni pittoriche del quadraturismo, del rovinismo e della scenografia prospettica. Nella città estense di primo Seicento, da poco assurta al rango di capitale del ducato, vengono impiegati progettisti e scenografi, architetti e noti pittori che, all’occasione, si cimentano in ardite invenzioni per offrire al pubblico artifici mirabolanti e soddisfare le richieste di una corte consapevole dell’importanza del messaggio dell’arte ai fini della propria celebrazione. Provengono in gran parte dalla vicina Bologna, il centro propulsore della cultura scenografica e teatrale del tempo, e realizzano imprese decorative assai vaste mostrandosi in grado anche di creare apparati scenici e festivi di carattere effimero: macchine, caroselli, tornei, giochi d’acqua e ‘fuochi d’allegrezza’. La tradizione scenografica emiliana riceve un impulso decisivo, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, con l’adozione della “scena per angolo” per opera di Ferdinando Galli Bibiena, del tutto innovativa rispetto alle tradizionali costruzioni prospettiche a unico asse centrale di ascendenza rinascimentale tipiche del teatro barocco. In questo contesto culturale si inserisce la produzione giovanile di Antonio Joli. Le opere qui presentate, nella soluzione del taglio obliquo della veduta, nei motivi di balaustre e di balconate aggettanti, denunciano un puntuale rimando ai dettami bibieneschi. Senza dubbio, per la loro forte evocazione di macchine e quinte teatrali, costituiscono trasposizioni di scenografie smarrite da collegare a opere musicali messe in scena intorno al 1725 al suo ritorno da Roma. In particolare nel Sansone la bellissima invenzione di rappresentare il crollo in atto costituisce una rarissima annotazione di tecnica teatrale, il cosiddetto ‘diroccamento a vista’, in cui, una macchina teatrale azionata per mezzo di complesse manovre di funi, pesi e contrappesi, anziché rappresentare staticamente un cumulo di macerie, fissa la dinamica del crollo proprio nel momento in cui l’architettura sta per abbattersi con fragore sul palcoscenico».

«Per il primo anno BPER Banca è main sponsor del festival e ciò conferma la concreta politica a sostegno della cultura, nelle sue diverse espressioni, avviata da tempo con numerosi interventi che affiancano all’attività bancaria specifica un’attenzione particolare ai progetti e alle iniziative di maggiore rilevanza provenienti dalle comunità servite – afferma il Presidente di BPER Banca Pietro Ferrari. La preziosa collaborazione con il Museo Civico d’Arte di Modena conferma, inoltre, la volontà di BPER Banca di creare una rete con le istituzioni cittadine, fondamentale soprattutto in questo momento di ripresa. Questa partnership, dunque, completa e vivifica un ampio progetto di collaborazione culturale e costituisce, al contempo, un nuovo importante tassello delle nostre attività di responsabilità sociale. Affrontare insieme l’incertezza è la chiave per garantire alla comunità un nuovo inizio positivo, partendo proprio dalla cultura».

La mostra è aperta al pubblico dal 18 settembre all’8 novembre 2020. Orari di visita in occasione del festivalfilosofia: venerdì 18 e domenica 20 settembre ore 10.00-18.00, sabato 19 settembre ore 10.00-23.00. Orari di apertura ordinari: il primo weekend del mese, da venerdì a domenica ore 10.00-13.00 e 14.00-18.00; sabato 3 ottobre, in occasione di “Invito a Palazzo”, orario continuato 10.00-19.00. Visite guidate, gruppi e aperture straordinarie su prenotazione. Ingresso libero previo utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Catalogo disponibile presso la sede espositiva. Per informazioni: T. +39 059 2021598, lagalleria@bper.it, www.lagalleriabper.it.

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