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LIA LEVI: IL GIORNO DELLA MEMORIA… LETTURE D’A…MARE

LIA LEVI: IL GIORNO DELLA MEMORIA…  LETTURE D’A…MARE
Luglio 14
16:33 2022

Tempo di mare, tempo di spiaggia, tempo di libri…

Ne sto leggendo sotto l’ombrellone in questi giorni di vacanza, tra un’onda e l’altra che vanno e vengono.

Ne avevo messo da parte alcuni e, tra questi, uno “prestatomi” dalla mia nipotina: Il giorno della memoria raccontato ai miei nipoti, di Lia Levi, ed. Piemme 2021

È un libro indicato per una fascia di età intorno ai nove anni, ma può essere letto anche dagli adulti curiosi come me, con tanta voglia di tornar bambini e ascoltare dalla voce dei nonni, ormai angioletti Lassù, quello che è capitato tanti anni fa, quando erano piccoli i miei genitori.

Veramente l’autrice ha grosso modo l’età di questi ultimi, di qualche anno più giovane per la precisione, ma è l’idea del nonno o della nonna che raccontano che mi affascina e mi coinvolge.

Sulla copertina di sfondo al titolo, la pagella dell’autrice con una piccola foto che la raffigura bambina… in alto, sul documento scolastico spicca la dicitura Razza ebraica.

Sappiamo tutti, vero, che l’ebraismo è una religione e che parlando di uomini e donne, di razza c’è solo quella umana, sempre bene tenerlo a mente…

L’autrice usa un linguaggio semplice e colloquiale, rivolgendosi ai nipoti e ad altri due bambini che rappresentano tutti quelli incontrati finora nelle scuole. Sono domande e risposte, con riflessioni e approfondimenti, piccole e grandi curiosità intorno a questo evento importante che mette in gioco una capacità mentale importante del nostro cervello: la memoria.

E perché questa abilità al ricordo ha bisogno di essere celebrata in un giorno particolare, con tanto di maiuscola? Memoria…

E là l’autrice torna a essere bambina ricordando la sua vita, quei giorni in cui improvvisamente il papà ha perso il lavoro, lei s’è vista negare il diritto di andare a scuola,  la famiglia è stata costretta più volte a nascondersi, a trasferirsi, finché a Roma lei e la sorellina vengono accettate in un collegio di suore cattoliche, dovranno assumere un altro nome, vivere il terrore di un improvviso controllo da parte dei nazisti che cercano ebrei nascosti…

E parte un’altra riflessione che abbraccia tutti coloro che hanno aiutato gli Ebrei a nascondersi: anche in Italia, per esempio,  molte le famiglie, le comunità religiose e civili che spontaneamente rigettarono questa barbarie; e un accenno a Cristiano re di Danimarca che affermò: –  Se i miei cittadini saranno obbligati a portare la stella gialla – simbolo del popolo ebraico –  sul braccio, lo farò io per primo!

Si chiama coraggio.

Nonna Lia ammette la sua fortuna d’essere viva e di non aver vissuto come altrI suoi coetanei il dramma della deportazione:  alcuni di loro non sono tornati,  resi invisibili tracce scure nei forni crematori…

Tra le pagine interrogativi e risposte e tra queste una puntualizzazione: molti popoli in guerra sono stati perseguitati e trucidati ma, spiega nonna Lia, quel massacro era il mezzo attraverso il quale vincere una guerra. Non ha alcuna giustificazione morale e civile, ma era diverso da quello che è capitato al progetto di sterminio ebreo messo in atto dai nazisti, progetto che invece era il fine:  ti elimino perché esisti, punto.

Chiarisce Lia Levi che il 27 gennaio, data scelta dalle Nazioni europee come Giorno della Memoria e approvato in Italia nel 2000, è il giorno in cui le truppe sovietiche aprirono i cancelli del campo di Auschwitz; in Italia avrebbe potuto essere il 16 ottobre, ricordando questa data del lontano 1943, giorno in cui ci fu il famoso rastrellamento nel Ghetto, vicino al Portico di Ottavia, nel cuore di Roma: famiglie intere deportate, non più tornate.

L’autrice non manca di sottolineare con le motivazioni ideologiche, anche quelle economiche: i beni delle famiglie ebree scomparse  in un treno per un viaggio senza ritorno, furono confiscati e depredati; inoltre non dimentica di ricordare che in una situazione nella quale si cerca un capro espiatorio sul quale riversare anatemi e responsabilità, il popolo ebreo venne a trovarsi nel bel mezzo.

Ma perché, dice la Levi, gli Ebrei sono sempre stati un popolo perseguitato e additato?

E qui spiega che su di esso pesa il pregiudizio di aver mandato al supplizio Gesù, puntualizzando subito dopo che in realtà la condanna finale era stata avallata dal Governatore romano Ponzio Pilato; dal punto di vista storico si sottace la forte pressione dei Grandi sacerdoti del Sinedrio, particolare che mi sembra doveroso controbattere, ma senza alcuna polemica o dissenso.

Tra le righe, grande amore accompagnato da dignità e obiettività: l’autrice offre in questo piccolo libro di poco più di 150 pagine, una candelina per orientarsi nel buio di una storia sulla quale la luce non sarà mai abbastanza: facciamo compagnia ai piccoli lettori, accompagniamo le giovani generazioni in questo viaggio nel tempo, facendo sì che la memoria torni a essere scritta con la lettera maiuscola, facendo sì che i nostri nipoti e figli possano costruire corazze e armi fatte di conoscenza, tolleranza, rispetto, uguaglianza per un futuro di pace

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