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Marzo di libri: “Fine serie mai”, luci ed ombre delle infinite serie TV; “L’oro di Klimt”, il colore che appagò l’ansia di trascendenza dell’artista; “Tempo fuori tempo”, La poesia di Giuseppe Puma

Marzo di libri: “Fine serie mai”, luci ed ombre delle infinite serie TV; “L’oro di Klimt”, il colore che appagò l’ansia di trascendenza dell’artista; “Tempo fuori tempo”, La poesia di Giuseppe Puma
Marzo 18
12:40 2023

Fine serie mai a cura di Giusi De Santis, L’Asino d’oro edizioni

Le serie tv tra luci e ombre, un fenomeno in continua trasformazione tra realtà creative e singolarità d’autore.

A partire dalla ricerca su arte e linguaggio nella rappresentazione seriale e in quella cinematografica, il volume traccia l’evoluzione del genere, dalle prime forme di serialità (Odissea), fino a quelle più attuali, passando da telefilm, telenovelas, sceneggiati e sit com, precedenti a internet e allo streaming. E indaga lo “specifico” seriale, che riguarda ideazione, struttura narrativa e tecnica, ma anche la fruizione da parte degli spettatori, compreso il rischio del “binge watching”, il consumo estremo. Nuove figure professionali (showrunner, editor, producer), eroi negativi tra i personaggi, solitudine dello spettatore, sono alcuni aspetti del fenomeno che pone interrogativi anche per l’influenza esercitata dalle piattaforme digitali a livello globale. Un’intervista alla psichiatra Alice dell’Erba e inoltre al regista Emanuele Scaringi, che ha diretto con Phaim Bhiyan la serie “Bangla” e al noto sceneggiatore Stefano Sardo, completano il volume. La post fazione è di Massimo D’orzi, regista del docufilm Bosnia Express.

Curatrice – Giusi De Santis, critica cinematografica e teatrale, lavora come story editor e script coordinator per cinema e serialità. Per L’Asino d’oro ha curato il volume “Il cielo della Luna”, di Massimo Fagioli. Firma sul mensile Left una rubrica di cinema.

Con il contributo degli autori:

Natascia De Vito, montatrice, lavora nel cinema praticamente da sempre, con incursioni da autrice nel mondo del teatro. Ha collaborato alla realizzazione del film “On air – storia di un successo” e alle serie tv “La compagnia del cigno 2” e “Bangla – La serie”, premio David di Donatello per il miglior esordio (2022).

Guido Silei, sceneggiatore, laureato in Storia del cinema italiano, dal 2008 al 2013 ha lavorato come producer e story editor per Fox. È autore di radiodrammi, documentari e serie tv. Tra i suoi credits: il documentario Hotel Pianosa, le serie tv Il Mostro di Firenze, Boris, Non Pensarci.

Piero Spila, critico cinematografico, vicepresidente del Sindacato Critici Cinematografici italiani (Sncci), condirettore della rivista “Cinecritica”, è autore di libri e monografie cinematografiche (tra cui Bertolucci, Murnau, Straub-Huillet), sceneggiatore, docente di Linguaggio e storia del cinema.

L’oro di Klimt di Alain Vircondelet, Gremese Editore

Il romanzo di un capolavoro nella sua prima traduzione italiana. Nella sua prima traduzione italiana. esce per Gremese il romanzo di Alain Vircondelet che esplora da vicino lo struggimento, la passione e i costumi di uno dei più grandi artisti del Novecento: Gustav Klimt. Tra quotidiano e pubblico, vicende piccanti, tradizioni e tendenze culturali della società viennese di inizio secolo, ne L’oro di Klimt l’autore si addentra nell’universo klimtiano immaginando un viaggio nella sua mente, a contatto con la musa che ispirò il suo capolavoro, Il Bacio, dal germe della sua folgorazione alla semantica che si cela dietro l’immagine.

Un rapporto, quello tra Klimt ed Emilie Flöge, che supera l’amore carnale per farsi portatore di un attimo eterno impresso sulla tela, raffigurato proprio attraverso il gesto di un bacio casto avvolto in un manto d’oro, colore simbolico, per l’artista, della luce divina, e al quale si affezionò a seguito delle scoperte dei mosaici bizantini a Ravenna. Lʼinquieto pittore, che seduceva compulsivamente le sue modelle, si ribellava allʼaccademismo dei colleghi e condivideva con lʼamico Egon Schiele il gusto per la trasgressione, trovò proprio nellʼimpiego dell’oro una risposta artistica allʼansia di armonia e trascendenza che lo attanagliava. E a lungo vi incastonò le sue figure, isolandole dal mondo esterno e consegnandole alla grazia metafisica di icone senza tempo. Il bacio, l’opera probabilmente più ammirata e copiata del XX secolo, è entrata anche attraverso il suo forsennato merchandising a far parte del nostro immaginario collettivo. Questo racconto, che combina finzione e indagine storica, indaga nel pensiero e subconscio di Klimt in una chiave spirituale, erotica e relazionale che disvela i meccanismi subliminali che lo hanno guidato alla sua più importante creazione artistica. L’oro di Klimt, tradotto in italiano da Luigi Muneratto, fa parte della collana editoriale “Narratori francesi contemporanei” diretta da Philippe Vilain.

Alain Vircondelet (1947) è nato ad Algeri e si è laureato in Lettere alla Sorbona. Autore di libri tradotti in tutto il mondo – tra i quali le biografie di Marguerite Duras, Antoine de Saint-Exupéry, Albert Camus e Giovanni Paolo II –, per Gremese ha già partecipato allʼantologia Bella Italia (2021), diretta da Philippe Vilain. Per la sua attività è stato nominato in Francia Cavaliere delle Arti e delle Lettere.

Poesia, tempo dell’anima e paesaggi interiori in Tempo fuori tempo, Inpress ed. di Giuseppe Puma

 Giuseppe (Pippo) Puma torna in libreria con Tempo fuori tempo, una pregevole raccolta di poesie appena pubblicata dalla editrice Àncora di Milano. Il libro, impreziosito dai dipinti (copertina e ritratto dell’autore) degli artisti siciliani Guido Cicero ed Edoardo La Francesca, reca la prefazione di Cataldo Russo, scrittore, poeta e drammaturgo, e la postfazione di Federico Migliorati, giornalista e saggista.

Tempo fuori tempo trae il titolo dall’omonima poesia che apre la raccolta. In questa lirica l’autore chiede un tempo supplementare, ancora un istante prima che la «clessidra della vita» si svuoti inesorabilmente. Un solo momento per richiamare alla memoria il passato, rimuovere le inquietudini, lo scoramento, lo sconforto, «placare il turbine dei pensieri» e accrescere l’amore. Il tempo supplementare è, dunque, la cornice, l’artificio letterario, lo spazio fisico e poetico nel quale si inseriscono sessanta liriche inedite di struggente bellezza, composte tra il 2005 e il 2022, suddivise in Riflessioni, Pensieri, Meditazioni, Ricordi, Incontri. Ma la dilazione temporale richiesta è anche, e soprattutto, un tempo dell’anima: uno spazio interiore dove il fluire dei ricordi d’infanzia, le emozioni e gli stati d’animo, la sintonia con la natura, gli sguardi e i gesti di persone care non più in vita, la fraterna vicinanza al dolore e alla solitudine dell’altro, diventano sorgente d’antica felicità, lavacro preparatorio di pace e serenità in vista dell’approssimarsi alla soglia di un’altra vita. Tra i temi ricorrenti della raccolta, il sentimento della morte, che l’autore affronta con il sostegno della fede cristiana, il rapporto con la Natura, l’amore per la sua terra d’origine, la felicità delle piccole cose. Le liriche sono state scritte tra Modica e Milano (alcune anche in Franciacorta), tra il mare e la pianura. Poli geografici di vita e di scrittura, che si alternano in una sorta di “duale destino” scandito dal ritmo delle stagioni. Il paesaggio poetico di Puma è intessuto di immagini e di suoni della “sua” Marina d’estate: il rumore del mare, il fruscio delle onde, il garrito dei gabbiani, il guscio vuoto di una conchiglia sulla sabbia. E ancora: la luce dorata, il tepore del sole sulla pelle che fa svanire l’angoscia, i colori del tramonto, la frescura serale del patio. Ma vi compaiono anche le luci e le forme della metropoli milanese: gli anonimi palazzi, il cielo plumbeo d’autunno, il riverbero dei lampioni, i viali alberati, i banchi del San Raffaele, il giocoliere nel corso Vittorio Emanuele II attorniato da bambini, il senzatetto accucciato in un angolo della stazione Lampugnano. Dietro luoghi, dettagli, emozioni e atmosfere ben descritte con rapide pennellate, si cela una geografia dell’anima in cui l’autore si immerge in una Natura intesa come specchio del Divino. Un paesaggio interiore di dolore, solitudine, mistero, fede e rinascita in cui l’autore immagina di lambire l’esistenza ora come «un gabbiano senza nido / e in continuo volo». ora come «un fiume quieto» che si immette nel lago con la certezza di riemergerne con acque cristalline. Chiude la raccolta una lirica dedicata ad Aristide Poidomani, bohémien modicano, scomparso nel 2021. «Sono numerosi gli scorci epifanici – scrive Federico Migliorati nella postfazione – che rilucono nella coscienza per affacciarsi gentili e incisivi attraverso una scrittura profonda e screziata che fa memoria consentendo di salvare dall’oblio figure di donne e uomini capaci di lasciare una traccia nell’universo emozionale dell’autore, tutti in attesa, noi compresi, di quell’ultima mano tesa / verso il mistero della morte».

L’autore, figlio d’arte (il padre Salvatore è stato un noto poeta dialettale) dalla natia Modica (RG) si è trasferito a Milano nel 1973, dove lavora come professionista. Animatore di incontri culturali nelle due “patrie”, ha fondato a Marina di Modica il salotto letterario estivo “Casa Giara”. Tra i riconoscimenti ottenuti, l’Ambrogino (1999), la medaglia d’oro alla Modicanità (2001) e il Diploma di Benemerito della Cultura e dell’Arte (2005) conferitogli dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Ha pubblicato una novella e tredici raccolte di poesie, in lingua italiana e in vernacolo. Alcune liriche sono state tradotte in inglese, francese e spagnolo. Con l’editrice Àncora ha dato alle stampe la trilogia di poesie religiose e sociali “Amor contra amorem” (2017), “Amato per Amare” (2019) e “Annunciare per Amore” (2021). Dal 2023 è presente sul sito dell’enciclopedia Wikipoesia.it.

 

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