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I buoni propositi di Zuckerberg

I buoni propositi di Zuckerberg
Febbraio 19
23:00 2015

21-A-Year-of-Books-FacebookMark Zuckerberg non solo è il fondatore del più celebre dei social network, Facebook, ma è anche conosciuto per gli ambiziosi propositi che presenta all’inizio di ogni nuovo anno. In passato ha deciso di imparare a parlare mandarino, di incontrare ogni giorno una nuova persona che non lavorasse a Facebook, ha scritto una nota di ringraziamento quotidiana a qualcuno che avesse reso il mondo un posto migliore, ha indossato ogni giorno una cravatta.

Quest’anno ha preferito chiamare a raccolta i suoi circa 31 milioni di follower per aiutarlo nella ricerca del ‘buon proposito’ per il 2015.
La quantità di commenti, like e condivisioni del suo post è andata oltre ogni aspettativa. C’è chi ha proposto di piantare un albero per ogni nuovo iscritto a Facebook nel corso dell’anno, chi di cancellare tutti gli utenti che inviano richieste per giocare all’ormai famoso Candy Crush, chi gli ha suggerito di scrivere un commento al giorno sulla bacheca di un utente a caso. Nonostante i vari consigli ricevuti, Zuckerberg ha scelto infine di ‘leggere di più’, invitando tutti gli iscritti a Facebook a unirsi a lui. Detto fatto. È stata creata la pagina A Year of Books, un anno di libri. Si apre così un vero e proprio club della lettura, dove gli utenti sono chiamati a leggere, confrontarsi e condividere opinioni. La sfida è quella di leggere un nuovo libro ogni due settimane: un percorso impegnativo da seguire, viste le tempistiche proposte e le tematiche trattate. Le letture saranno concentrate sull’apprendimento di nuove culture e credenze, sulla storia e sulla tecnologia: consigli e suggerimenti sono sempre ben accetti, si legge in un post.
La sfida comincia subito. Il primo libro dell’anno è La fine del potere di Naím Moisés, politologo venezuelano, che presenta un’analisi moderna di come sia cambiato negli anni il concetto di leadership. Moisés illustra la lotta tra i grandi protagonisti un tempo dominanti e i nuovi micropoteri che li sfidano in ogni ambito dell’azione umana. «È un libro che esplora un mondo in trasformazione, che dota gli individui di un potere tenuto tradizionalmente solo dai grandi governi, dai servizi militari e da altre organizzazioni» ha scritto Zuckerberg. Da Amazon intanto avvertono che a pochi giorni dall’annuncio le più di 300 pagine de La fine del potere sono andate a ruba: il libro è entrato nella top 20 dei bestseller di Amazon. La sfida non è semplice. Secondo il sondaggio condotto dal National Endowment for the Arts, solo il 54,6% degli americani ha letto un libro di qualunque tipo fuori dall’ambiente di lavoro o da scuola, e anche gli indici di lettura di altri Paesi non sono troppo incoraggianti. Ma i numeri non si discutono: la pagina A Year of Books ha già raggiunto circa 255 mila iscritti.

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