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L’EREDITA’ DI UN SOLDATO

L’EREDITA’ DI UN SOLDATO
Febbraio 14
20:31 2022

Ho conosciuto Luigino attraverso le sue sessantatrè lettere. Le stesse  lette e trascritte in un libro da Rita Gatta; il libro si intitola “Cara mamma,  caro papà… Lettere dall’Albania ”.

Luigi Giansanti, nato a Rocca di Papa nel novembre del 1920 e morto a Plaghia in Albania nel novembre del 1940, durante la seconda guerra mondiale.

Sabato 12 febbraio ho assistito alla presentazione del libro a Reggio Emilia, precisamente a Bagnolo in Piano, dove ora vivono alcuni discendenti di Luigino. Hanno voluto fortemente che il libro fosse conosciuto e letto anche lì e l’emozione è stata la stessa provata qualche mese fa, nel Teatro Civico di Rocca di Papa, quando il pronipote Matteo Cippitelli e Alfredo Piacentini hanno letto alcune  lettere pubblicate nel libro, le stesse scelte anche sabato scorso.

Adesso, come allora, mi sono chiesta perché la lettura del libro provoca tanta commozione; quale alchimia si crea tra ognuno di noi e lo sguardo limpido e aperto di Luigino che ci osserva dalla foto in copertina? La vita tanto breve di questo ragazzo ci interessa, vogliamo saperne di più. E allora, rileggiamo le lettere che lui, dal fronte, spedisce ai genitori… Appare tranquillo, serio e scherzoso insieme; saluta tutti e di tutti si ricorda. Continua a ripetere di star bene, di non preoccuparsi per lui.

Alcuni, durante le presentazioni, hanno parlato di ingenuità e semplicità di carattere, altri di altruismo e bontà.

Ma non è così, non per me. Lui rappresenta ciò che tutti vorremmo essere: è una persona buona, leale, onesta. Lui possiede le qualità che desideriamo tutti: bellezza, carisma, simpatia. Ha tutto: una famiglia unita, tanti amici, l’ammirazione delle ragazze, probabilmente.

“Muor giovane chi agli dei è caro”, ma non è giusto.

E questo forte desiderio di rendergli giustizia, perché chi per lui ha deciso di mandarlo a morire, ci suggerisce di non dimenticarlo. Di non dimenticare Luigino e di ricordarlo come lui vorrebbe: accanto alla sua mamma, al suo papà, ai suoi cari. Nei boschi di Rocca di Papa, a far legna; con i suoi amici la sera, innamorato delle piccole cose. Con la ragazza che non ha potuto sposare, con i figli che avrebbe sicuramente voluto, con la vita che gli spettava e che gli è stata tolta da chi non aveva il diritto di farlo. Perché i conflitti, la guerra, la dittatura, questo fa. Toglie tutto. Ricordiamo Luigino ai nostri figli.

 

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