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Statistiche sulla vivisezione in Europa

Gennaio 01
02:00 2008

Sono state da pochi giorni pubblicate le nuove statistiche sull’uso di animali per la sperimentazione in Europa che danno indicazioni abbastanza precise su come sta evolvendo la situazione: la risposta breve è che, purtroppo, stiamo peggiorando, sia a livello europeo che italiano. E non certo perché, come è stato riportato in questi giorni “il numero di animali usati per i test cosmetici è raddoppiato”. Il problema non è questo, perché comunque gli animali usati per i test cosmetici sono lo 0,05% del totale. I veri problemi stanno nell’aumento del numero totale di animali usati. I due campi in cui si ha il maggior uso di animali rimangono quelli della “ricerca di base” e della “ricerca e sviluppo” di farmaci, entrambi campi in cui non vi è obbligo di legge che costringa a usare animali, e quindi si tratta di una libera scelta (purtroppo TROPPO libera) del ricercatore. Il 44% degli animali usati in Italia si utilizzano nella ricerca di base (33% in UE) e il 27,5% nella ricerca e sviluppo di farmaci (31% in UE). Ma, mentre per la “ricerca e sviluppo” di farmaci il numero di animali usati rimane negli anni più o meno invariato (-15% dal 2000 al 2003, +8% dal 2003 al 2005), è devastante l’aumento del numero di animali usati nella ricerca di base: già dal 2000 al 2003 c’è stato un aumento di ben il 40% in questo settore, e questo trend tragico non si sta affatto invertendo, l’aumento spaventoso rimane e, anzi, aumenta di un altro 3%! Per quanto riguarda gli studi sul cancro, per esempio, dal 2000 al 2005 c’è stato quasi un raddoppio del numero di animali usati. Si è passati da circa 70.000 a circa 124.000! Questi studi servono solo a curare il cancro – artificiale – dei topi e dei ratti, non sono certo utili ai malati umani. Aumentato molto anche l’uso di animali nelle ricerche sulle malattie cardiovascolari umane: +30% dal 2000 al 2003 e +30% dal 2003 al 2005! Sapendo che si tratta di malattie che potrebbero essere quasi del tutto eliminate con la sola prevenzione, soprattutto incentrata su una corretta alimentazione – a base vegetale -, questo sterminio di animali, di tempo, risorse e soldi si rivela ancora più ingiustificato. Mentre da un lato è incoraggiante che i test obbligatori per legge stiano iniziando a usare altre strade per essere effettuati, ed evolvano verso un minor uso di animali (sperando di arrivare presto a un uso nullo!), è davvero deprimente che a livello di ricerca di base e applicata permanga la mentalità che gli studi su animali sono “utili”. Quando riusciremo ad eliminare questo “dogma”? NoVivisezione.org afferma: “Ciascuno di noi deve essere cosciente del fatto che le donazioni per la ricerca medica vanno quasi sempre a finire – almeno in parte – a finanziare la vivisezione, e informarsi su quali associazioni scegliere per evitare questo spreco, di vite, di risorse, di soldi. È possibile informarsi attraverso la campagna ‘Per una ricerca di base senza animali’, ben visibile dalla home page di www.NoVivisezione.org”.

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