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Pedalando nella memoria: buona l’affluenza alla sesta edizione

Febbraio 13
17:11 2010

In una domenica mattina tiepida e soleggiata, per il sesto anno i cittadini romani sono montati in sella a una bicicletta per passare in rassegna i luoghi simbolo delle tragedie romane nella seconda guerra mondiale: le Fosse Ardeatine, via Tasso, il Portico d’Ottavia.

Oltre al ricordo di Settimia Spizzichino, l’unica donna a sopravvivere alla deportazione del 16 ottobre 1943, sul palco accanto alla Sinagoga si è riflettuto anche su come per decenni la Shoah sia rimasta un buco nero nella nostra storia: la conquista di una memoria condivisa sull’Olocausto va quindi oggi protetta ed estesa perché l’indifferenza che ha preceduto e consentito l’orrore dei campi di sterminio non generi altre tragedie.
Il presidente della Commissione bilancio del comune di Roma Federico Guidi ha portato il saluto del sindaco Alemanno e ha speso parole di elogio per la manifestazione, sottolineando l’importanza che essa provenga dai municipi, il cuore pulsante della città come lui stesso li ha definiti. Per questo, l’impegno del comune ha detto Guidi è far sì che l’anno prossimo la settima edizione possa vedere coinvolti tutti i municipi romani.
Sul palco è salito anche Massimo Marzano, docente dell’Istituto di istruzione superiore Leopoldo Pirelli: “Pedalando nella memoria” nasce diversi anni fa da una sua idea e dall’appoggio ricevuto dall’amministrazione del IX Municipio di Roma. Nel suo intervento, Marzano ha raccontato la cronaca della giornata del 16 ottobre 1943 e di quelle immediatamente successive, sottolineando i numeri della tragedia.
Tanti i bambini presenti, nonostante la crudeltà dei temi trattati. Il perché lo ha spiegato Luigi, che ha portato con sé suo figlio Nicolò di dodici anni: il dovere di un padre nel confronti del proprio figlio di raccontare e spiegare si semplifica in una manifestazione come “Pedalando nella memoria”, perché un’iniziativa del genere riesce a coinvolgere più di tante altre proposte ‘convenzionali’, e questo grazie alla bicicletta, con la quale ci entra davvero dentro quelli che sono i luoghi della memoria di Roma, quei luoghi che Vera Michelin Salomon, presidente della Sezione romana dell’ANED (l’Associazione nazionale ex deportati) ha definito i luoghi del pianto, i luoghi del dolore, ma che ormai devono anche diventare i simboli della solidarietà cittadina.

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