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Potere potare

Settembre 20
15:06 2010

L’esperienza con la bioenergetica.

Un amico che sa molte cose una volta mi disse che l’abilità di ognuno consiste nel costante sapersi ritagliare il proprio spazio nello spazio altrui nella misura in cui c’è spazio per entrambi.

Dove finisce l’uno e inizia l’altro questo si definisce insieme a seconda del rapporto che si ha con l’altra persona, ma spesso è per la vaghezza di questo “confine indefinito” che nascono i conflitti di tutti i giorni, tra molti di noi (persone con cui si hanno dei legami, conviventi o anche persone con cui abbiamo un rapporto saltuario nella nostra vita). Bisogna ‘potere potare’ quei ‘rami-pensieri-azioni’ che possono oscurare all’albero vicino la luce o sovrapporsi alle sue radici, bisogna ‘volere potare’, quelli dell’uno e dell’altro. Ma accorgersi di quanto siamo effettivamente invadenti lo possiamo fare nel momento in cui ci impariamo a conoscere meglio. Nel corso di bioenergetica uno degli insegnamenti più importanti è stato proprio questo: la percezione dello spazio personale. Attraverso gli esercizi ci siamo rese conto di quanto la nostra presenza fosse più o meno preponderante rispetto a quella delle altre. Poi attraverso l’uso della voce manifestavamo anche la nostra capacità di esprimere il dolore e il piacere (con persone sconosciute ma con le quali riuscivamo comunque a creare un’intimità, facendo insieme gli esercizi e pure attraverso uno spazio verbale di condivisione dell’esperienza). L’espressione così strettamente legata anche ad una maggiore affermazione del nostro sé di fronte all’altro, rendendolo partecipe del nostro sentire, palesava una fievole espressione e vigorosità dell’io per alcune, per altre un atteggiamento di protagonismo: l’esserci noi prima ben piantato in mezzo agli altri. Attraverso il suono che accompagnava ogni nostro più piccolo gesto e movimento manifestavamo all’altro i nostri punti più o meno dolenti in una determinata posizione. Il suono fuoriusciva ad ogni emissione di respiro ricordando pratiche millenarie come l’hatha yoga in cui durante tutta la sessione non si perde mai di vista il respiro! Con il respiro e poi anche con l’immaginazione e con i movimenti s’inizia a fluttuare nello spazio. Infatti, gli esercizi che ci ha proposto Chiara, di volta in volta intingevano il pennello delle emozioni e davano una ‘forma’ al nostro corpo a partire da un’immaginazione: una pioggerella; l’assaggiare i frutti del bosco; sollevare pesi etc.

Come siamo arrivate fino a qui…

Ho scoperto la bioenergetica dopo varie pratiche che avevo iniziato per superare uno stato di apatia seguito a un’interruzione di gravidanza che era stata spontanea (ma che neanche era stata decisa prima ed in concordia), e che comunque mi aveva frenata. Finché a settembre non ho cominciato delle sessioni di Naturopatia che ho trovato fantastiche. Non potevo per motivi economici continuare; alla naturopatia accompagnavo anche delle sessioni di analisi psicologica ma saltuarie. Devo dire che entrambi questi approcci mi hanno aperto delle porte, dato consigli preziosi, ma come al mio solito avevo messo più cose insieme. La necessità di non privilegiare nessuna delle due era dovuta al fatto che avevo bisogno di un approccio non solo mentale ma anche fisico, e con la naturopatia in parte facevo ciò. Fu così che un giorno, sempre alla ricerca di qualcosa, mi cadde tra le mani il libro Contatto con lo spirito guida di Paola Pierpaoli. Ancora non ero arrivata alla bioenergetica… ma quel libro e l’incontro con l’autrice fu per me il trampolino di lancio per giungere finalmente a conoscere quello che faceva per me e che faceva tra l’altro, ebbene sì, proprio la mia vicina di casa! Sì vuole andare tanto lontano e invece a volte quello che si cerca è a portata di mano… L’incontro con Chiara Blasi è stato quello che faceva per me e la ringrazio tuttora. La bioenergetica, che prende ispirazione anche dallo yoga, mi ha fatto riscoprire l’importanza di esercizi fisici che non sottopongono il fisico ad uno sforzo; cosa che ho potuto imparare grazie ai preziosi insegnamenti di Stefano e Lorena miei insegnanti di yoga (uno dei principi dello yoga è proprio questo: arrivare ad assumere quella posizione richiesta fin dove le nostre condizioni fisiche ce lo consentono senza forzare). Il corso di bioenergetica si è svolto da aprile a luglio con l’insegnante Chiara Blasi. Chiara, psicologa e psicoterapeuta, dopo la laurea in psicologia e la lunga esperienza come insegnante di nuoto sceglie un percorso di specializzazione psicocorporea (l’analisi bioenergetica) in cui l’interesse per la mente e per il corpo possano conciliarsi in uno studio approfondito e molto affascinante. Nel cassetto ha un progetto… che aspetta di trovare un luogo adatto per essere realizzato: utilizzare la bioenergetica come percorso propedeutico all’insegnamento dell’acquaticità (soprattutto intesa come relazione con l’elemento acqua e non solo come abilità tecnica) rivolto a chi vuole superare la paura dell’acqua e sperimentare il piacere di conoscere questo elemento. “Ciò che studiamo riguardo al corpo della persona e che osserviamo nella stanza di terapia è il modo in cui ciascun individuo si rapporta con ogni cosa che lo circonda, che siano persone o elementi della natura; l’acqua non è che uno di questi e come avviene nelle relazioni umane, solo da una relazione autentica e profonda con essa possiamo trarre un vero insegnamento su noi stessi.” Ci dice Chiara. Grazie ancora per questa esperienza condivisa con le altre ragazze del corso.

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