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“Sono nata il 21 a Primavera”. Daniele Mencarelli, Alda Merini e la follia

“Sono nata il 21 a Primavera”. Daniele Mencarelli, Alda Merini e la follia
Marzo 09
18:19 2021

“Sono nata il 21 a Primavera”. Daniele Mencarelli, Alda Merini e la follia: “La malattia mentale va oltre la nostra natura”

La prima tappa della rassegna “Sono nata il 21 a Primavera”, in diretta dalla Sala Conferenze del Museo Civico-Archeologico di Albano laziale, ha visto quale protagonista lo scrittore e poeta Daniele Mencarelli. Il Premio Strega Giovani 2020 ha condotto gli spettatori (un migliaio nelle prime ventiquattro ore, per un numero effettivo destinato a salire nei giorni a seguire) in un ragionamento su due “vicine di pianerottolo”, la poesia e la follia. Centro nevralgico della tesi di Mencarelli è stato quello della lucidità di coloro che soffrono di un disagio mentale: si spingono al confine con i propri limiti, senza fare nulla di disumano. Secondo l’autore di “Tutto chiede salvezza” occorre superare lo stigma della follia come condizione necessaria per l’arte: ne è piuttosto una testimone. Attraversando le storie di Dino Campana, Torquato Tasso, Umberto Saba e Sandro Penna è emerso un quadro di alta letteratura composta da messaggi potenti ed evocativi. Un dipinto di bellezza e suggestione al quale non poteva mancare l’apporto di Alda Merini, un’artista ancora oggi – a novant’anni dalla sua nascita – meritevole di aver affermato un punto di vista nuovo: “guardano da guardie, come se stessero in guardia rispetto al reale: sentinelle che cercano di cogliere qualcosa in ciò che accade. Quello che succede alla categoria degli artisti è, per utilizzare un gergo automobilistico, di mandare fuori giri la ricerca, lo sguardo, che non è più al nostro servizio ma anzi ci va a soggiogare come un’ipnosi che non si riesce più a spezzare. Si viene così progressivamente inghiottiti dallo sguardo: è quello che accade all’uomo quando si risveglia di fronte ai propri limiti. Una molla che vale tanto per la follia quanto per la scrittura”. “Oggi”, ha proseguito Mencarelli, “siamo portati a vedere la malattia mentale come qualcosa che oltrepassa la nostra natura, ma non è così”. Un discorso che Alda Merini ha ben sintetizzato con la sua parabola, dagli internamenti volontari agli scritti sull’esperienza manicomiale. La rassegna “Sono nata il 21 a Primavera” (organizzata da Comune di Albano e Associazione Eppur si Muove” e con la direzione artistica di Daniela Di Renzo) ha preso così il via, con un ospite prestigioso e coinvolgente. Seconda tappa in programma venerdì 12 marzo alle ore 18.00, con l’intervento “Noi qui dentro si vive in un lungo letargo” a cura del giornalista e filologo Rocco Della Corte.

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