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Spiragli di luce tra le ombre delle betulle di Auschwitz-Birkenau

Spiragli di luce tra le ombre delle betulle di Auschwitz-Birkenau
Ottobre 26
14:13 2023

Spiragli di luce tra le ombre delle betulle di Auschwitz-Birkenau
Resoconto di un viaggio della memoria

È terminato un insolito viaggio della memoria, svoltosi tra il 22 e il 24 ottobre e organizzato dalla Città Metropolitana; un viaggio che ha visto impegnati anche i ragazzi di una classe del Liceo “Cicerone” di Frascati, diretto dalla Preside Paola Cardarelli. Sono partiti 22 alunni e 2 docenti accompagnatori, la Prof.ssa Serenella Berdini, docente di Italiano e Storia, e lo scrivente, Prof. Claudio Cerroni, docente di Filosofia e Storia.

Il viaggio è stato insolito, insolita è stata la temperatura, come ha notato anche il sopravvissuto e testimone novantatreenne Sami Modiano: “da settembre in poi ricordo il freddo in quel campo, un freddo che attraversava le ossa, non come oggi che è stata una bella giornata…”. Il sole ad Auschwitz-Birkenau è invece penetrato tra le fronde delle betulle, illuminando la sottile corteccia argentea, squamata come pelle morta sui tronchi di quegli alberi da cui Birkeanu prende il nome (“il bosco delle betulle”); insolito è stato ritrovarsi lì, fisicamente presenti, all’indomani di una minaccia pandemica planetaria; insolito è stato riunirsi fraternamente e parlare di pace in un periodo di guerra e odio, mentre oltre il confine arrivavano le richieste di aiuto del popolo ucraino; come le acque dei fiumi Sun e Bug giungono nella Vistola, così a Cracovia, nella centralissima piazza Rynek Główny, abbiamo incontrato dei manifestanti ucraini arrivati in cerca di aiuto. Insolito questo viaggio della memoria in un mondo che sembra aver dimenticato le atrocità della Seconda Guerra Mondiale e procede con indifferente determinazione a generare nuove e più complesse conflittualità, alla ricerca di un equilibrio geopolitico sempre più instabile.

I boschi di betulle illuminati dal sole proiettavano le loro ombre sui prati di Birkenau che custodiscono le ombre del genocidio del XX secolo. Intorno recinti di filo spinato a perimetrare l’orrore delle camere a gas, dei forni crematori, delle intime paure confinate nella solitudine di sovraffollate baracche di legno… “Sono ancora qui, io non sono mai andato via da questo posto!” è il grido di Sami Modiano che ha colpito le giovani anime degli studenti, scuotendo le loro tenere coscienze; le prime lacrime sono affiorate sui volti, rigando le guance e portando il sapore duro del sale sulle dolci labbra abituate al riso.

Auschwitz-Birkenau e il viaggio della memoria rappresentano una grande opportunità non priva di pericoli; quei campi ben recintati e chiusi dal filo spinato potrebbero apparire i luoghi fisici di un orrore ben localizzato nel tempo e nello spazio, un orrore compiuto da mostri in  non-luoghi disumani, un orrore che non ci appartiene. Spetta ora al docente aiutare gli alunni ad elaborare le memorie, per loro natura personali, e metterle in relazione con la Storia dove sono presenti anche le memorie degli aguzzini, le loro azioni, le loro abitudini… nella speranza che si possa capire che si tratta, purtroppo, di esseri umani, non di alieni. Esseri umani simili ai loro prigionieri, con famiglie, con il desiderio di avere figli sani e forti, con il piacere di fare gite in barca, con la determinazione ad avere un riconoscimento sociale. Allora capiremo che Auschwitz-Birkenau non è chiuso in un recinto di filo spinato, ma è una delle potenzialità dell’essere umano, e come tale ci appartiene, come ci appartengono potenzialmente tutti i peccati e le debolezze incontrate da Dante Alighieri nel suo viaggio all’Inferno. Auschwitz è presente ogni volta che chiudiamo gli occhi e giriamo la testa davanti ad un’ingiustizia, Auschwitz è un monito alla nostra coscienza.

Se ha ancora senso andare ad Auschwitz mentre in un mondo indifferente agli orrori imperversano nuovi venti di guerra è sicuramente per rafforzare le nostre coscienze e così abituarci ad assumere quelle responsabilità senza le quali non si può essere attori della propria esistenza, ma solo comparse… tristi figuranti nel teatro della vita o al massimo vili aguzzini.

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