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Testimonianze da Auschwitz e Treblinka

Testimonianze da Auschwitz e Treblinka
Febbraio 01
02:00 2007

Maria Elena Coletti con un ex deportato ad AuschwitzQueste sono testimonianze tratte dal libro ‘Shoah’ di Claude Lanzmann; le testimonianze raccolte sono in tutto tre: Richard Glazar – Superstite di Treblinka, Rudolf Vrba – Superstite di Auschwitz, Franz Suchomel – Unterscharfuhrer SS.
Richard Glazar – Superstite di Treblinka
Fu alla fine del novembre 1942. Mentre ci cacciavano via dal lavoro verso le nostre baracche, tutto ad un tratto, da quella parte del campo che si chiamava ‘il Campo della Morte’, divamparono le fiamme. Molto in alto. E in un attimo tutto il paesaggio, tutto il campo parve incendiarsi. Siamo entrati nella nostra baracca e dalla finestra non si finiva mai di vedere il fantastico sfondo di fiamme di tutti i colori immaginabili: rosso, giallo, verde, viola. Era la prima volta che accadeva: da quella notte sapemmo che ormai i morti non sarebbero più stati sotterrati, ma bruciati.
Rudolf Vrba – Superstite di Auschwitz
La rampa era il terminale dei treni che arrivavano ad Auschwitz. Arrivavano giorno e notte, a volte uno al giorno, a volte cinque, da tutte le parti del mondo. Le cose si svolgevano così: per esempio, un treno di ebrei era atteso per le due del mattino. Quando si avvicinava ad Auschwitz lo annunciavano alle SS. Un SS ci svegliava, eravamo scortati nell’oscurità fino alla rampa: eravamo circa 200 uomini. Tutto si illuminava. C’erano la rampa, i riflettori e sotto i riflettori le SS allineate; ad ogni metro un SS con l’arma in pugno. Noi stavamo in mezzo, noi prigionieri, in attesa del treno, in attesa di ordini. Appena il treno era fermo, quella risma di gangster si appostava; ogni due o tre vagoni, certe volte davanti a ogni vagone, uno di quegli Unterscharfuhrer aspettava con una chiave e apriva gli sportelli, poiché questi erano chiusi con catenacci. Allora si apriva lo sportello, e il primo ordine lanciato era: ‘Alle heraus!’. Tutti fuori, e per farsi capire picchiavano con bastoni il primo, il secondo ecc’ Dentro a quei vagoni, gli ebrei erano come sardine. Se quattro, cinque e sei treni arrivavano nello stesso giorno, lo scarico avveniva con la massima urgenza: piovevano randellate, insulti. Ma, quando il tempo era bello, potevano comportarsi diversamente, mostrarsi di buon umore e fare dello spirito, dicendo per esempio: ‘Buongiorno signora, prego, scenda’ oppure: ‘Che gioia, siete qui, scusate la scomodità. Ora tutto cambierà’.
Franz Suchomel – Unterscharfuhrer SS
A Franz Suchomel, ufficiale SS a Treblinka, Lanzmann pone una domanda precisa sul modo adottato per uccidere ‘diciottomila ebrei al giorno’: ‘Diciottomila è troppo dottor Lanzmann, è esagerato può credermi; da dodici a quindicimila sì’ gli rispose con voce calma e controllo emotivo, dicendo così, a chi lo ascoltava, che lui si trovava in quel luogo solo per svolgere un lavoro, ‘un lavoro come un altro’.
A Treblinka sono arrivati cinquemila ebrei, fra i quali tremila morti. Nei vagoni si erano tagliate le vene, o erano morti così; erano migliaia di esseri umani ‘accatastati gli uni sugli altri come legname’.
Ma anche altri ebrei, vivi, aspettavano lì da due giorni, poiché le camere a gas piccole non erano più sufficienti. Funzionavano giorno e notte, in quel periodo non ci avevano detto che laggiù si ammazzava la gente, mi avevano detto: ‘Il Fuhrer ha ordinato delle operazioni di trasferimento’. Non hanno mai detto ‘ammazzare’; a Treblinka si usava solo il gas dei motori. Lo Zyklon è stato ad Auschwitz. Le persone eliminate erano tante’ i corpi si ammucchiavano intorno alle camere a gas e ci restavano per parecchi giorni e sotto quei mucchi di cadaveri si era formata una cloaca alta 10 cm con sangue, vermi e letame; alcuni ebrei sotterravano i loro cari e vedevano con i propri occhi la carne dei cadaveri che restava fra le loro mani
(Tratto da Claude Lanzmann, Shoah).

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