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Treia. Impianto fotovoltaico a terra, la risposta del sindaco Franco Capponi

Treia. Impianto fotovoltaico a terra, la risposta del sindaco Franco Capponi
Agosto 18
06:38 2020

Intervento di Franco Capponi, sindaco di Treia, in merito alla vicenda dell’impianto fotovoltaico a terra proposto dalla ditta Ecomarche2 in loc. Berta del comune di Treia. 

 

Intervengo per chiarire, anche sollecitato da alcuni articoli di stampa, la posizione assunta dal Comune di Treia in merito alla paventata realizzazione di un impianto Fotovoltaico di 28 MWp. a terra in Loc. Berta Nel nostro Comune.
Il Comune di Treia concorda con gli Uffici Tecnici della Provincia di Macerata sul grave impatto che potrebbe causare l’istallazione di 28 Megawatt di superficie fotovoltaica in Loc. Berta e che la stessa vada assoggettata a VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) considerato il notevole impatto che la stessa apporterà soprattutto al Paesaggio Agrario Storico e alle emergenze storico-culturali presenti nelle immediate vicinanze a partire dal famoso Castello Piceno di Pitino, dal castello di rocchetta e molto altro ancora.
In tal senso, il Comune di Treia si è già espresso con la trasmissione del certificato di destinazione Urbanistica dell’area interessata e inviato alla Provincia (unico atto che deve rilasciare il Comune in quanto il
procedimento autorizzatorio degli impianti fotovoltaici sono in capo alla Provincia), accompagnandolo
anche con una relazione in merito all’impatto della proposta e quindi a motivi di contrarietà all’impianto stesso.
In quella sede il Comune di Treia ha evidenziato come alcune porzioni dell’area coinvolta sono interessate da ambiti di tutela del PPAR (specificatamente per alcuni aspetti geologico – geomorfologico); altre porzioni sono soggette a tutela integrale e norme di tutela specifiche riguardanti l’area sub-appenninica (specificatamente i vincoli interessano le fasce di rispetto dei fiumi e la presenza di edifici e manufatti di interesse storico documentario). Ulteriori vincoli individuati dal Comune riguardano le prescrizioni del PTC per quanto attiene alla presenza di Piane Alluvionali ed in quanto una parte dell’area ricade quindi parzialmente in una delle aree NON IDONEE cosi come specificato nella Deliberazione n. 13 del 30/09/2010 della Regione Marche.
Nel parere inviato alla Provincia inoltre il Comune di Treia ha segnalato come la proposta di impianto fotovoltaico di Berta ricada anche in ulteriori vincoli e produca rischi ulteriori al territorio circostante e all’attività agricola in generale.

In particolare i vincoli cartografati evidenziano un impatto del progetto su vari aspetti di cui sotto :

a) Vincolo derivante dalla fascia di protezione sia dalla attuale che dalla nuova linea metanodotto
Recanati- Foligno D.N. 650 (26”) DP 75 bar e di collegamento con Tolentino come da Procedimento
di V.I.A. di competenza statale di cui al procedimento amministrativo [ID_VIP:4966];

b) Vincolo derivante dalla fascia di protezione della linea di adduzione acquedotto D 150 Rocchetta
-Santa Maria in Piana;

c) Vincolo derivante dalla fascia di protezione ipotesi strada intervalliva Quadrilatero San Severino-
Tolentino;

d) Vincolo derivante dalla fascia di protezione fognatura consorzio Berta Vallonica collegata al
depuratore Berta;

e) Vincoli derivanti dalle indicazioni tecniche allegate alla deliberazione Regionale n. 13/2010 in ordine al
rispetto delle distanze dai confini e dalle strade a valenza pubblica o di uso pubblico;

Il Comune ha evidenziato quindi una grave carenza della proposta soprattutto per il mancato rispetto di vincoli preesistenti e ha segnalato le CONDIZIONI minime per una valutazione del progetto:

1) Dovranno essere stralciate dall’intervento le aree interessate dai vincoli di cui ai punti a), b) c), d), ed e), anzidetti;

2) Le aree individuate con le part. 70 porz., 17 porz. e 131 porz. del foglio catastale n. 103 vanno

stralciate dal progetto in quanto costituenti area di cava per la quale non è seguito l’accertamento sulla rispondenza dell’ultimazione dei lavori con particolare riferimento alla ricomposizione ambientale ai sensi dell’art. 18 della L.R. 71/97;

3) Dovranno essere stralciate le aree ricadenti zona di rispetto ambientale di P.R.G. interferenti con la fascia di ml. 200 parallela alle sponde del Fiume Potenza nelle quali per espressa disposizione della
Delibera di G.M. n. 146 del 29/11/2010 sono vietati impianti a terra di potenza superiore a 3 Kwp;

4) Dovranno essere stralciate le aree ricadenti nell’ambito della zona di tutela ambientale del fosso Ascia
nella cui fascia di ml. 50,00 per lato parallela alle sponde è inibita la realizzazione di impianti fotovolatici a terra di potenzialità superiore a 3 Kwp;

5) Dovranno essere stralciate le aree perimetrali gli edifici di classe a) e b) con raggio ml. 100 come disposto nell’allegato A alla Delibera G.M. n. 146 del 29/11/2010 nel cui ambito sono solo ammessi impianti fotovoltaici di potenza non superiore a 3 Kwp;
Per tutti questi motivi riteniamo doveroso che la Provincia abbia sottoposto a VIA il progetto, assolutamente non approvabile e deleterio così come proposto.
La Valutazione di Impatto Ambientale è una procedura che ha lo scopo di individuare, descrivere e valutare, in via preventiva alla realizzazione delle opere, gli effetti sull’ambiente, sulla salute e benessere umano di
determinati progetti pubblici o privati, nonché di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sull’ambiente, prima che questi si verifichino effettivamente.

I concetti fondamentali alla base della procedura di VIA (già definiti nella Direttiva 85/337/CEE del Consiglio delle Comunità europee del 27 giugno 1985 ), che dovrà prendere in considerazione, eventualmente, il nuovo progetto con l’esclusione di molte aree soggette a vincolo, sono:

1) Prevenzione: analisi di tutti i possibili impatti derivati dalla realizzazione dell’opera/progetto, al fine non solo di salvaguardare ma anche di migliorare la qualità dell’ambiente e della vita;

2) Integrazione: analisi di tutte le componenti ambientali e delle interazioni fra i diversi effetti possibili (effetti cumulativi);

3) Confronto: dialogo e riscontro tra chi progetta e chi autorizza nelle fasi di raccolta, analisi ed impiego di dati scientifici e tecnici;

4) Partecipazione: apertura del processo di valutazione all’attivo contributo dei cittadini in un’ottica di maggiore trasparenza (pubblicazione della domanda di autorizzazione e possibilità di consultazione).

In particolare la valutazione di impatto ambientale (VIA) dei progetti, così come la VAS, è concepita per assicurare che l’attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, pertanto comporta la individuazione, la descrizione e la stima degli impatti diretti ed indiretti che un progetto può avere su:
• uomo, fauna e flora;
• suolo, acqua, aria e clima;
• beni materiali e patrimonio culturale;
• economia insediata e possibili effetti distorsivi;

valutando anche l’interazione tra tali fattori, in modo da poter individuare la soluzione progettuale più idonea al perseguimento degli obiettivi di cui al co. 3 dell’art. 4 del D.L.vo n. 152/2006.

In pratica ora tutti i portatori di interesse (compresi i cittadini e loro Associazioni) potranno esprimersi in merito, a partire proprio dalla partecipazione e al contributo di qualsiasi cittadino onde assicurare totale trasparenza nella decisione, in modo da individuare, oltre i vincoli esistenti e segnalati dal Comune di Treia ( in via preventiva alla realizzazione delle opere) i possibili effetti negativi sull’ambiente, sulla salute e il benessere umano, sull’impatto economico sui territori, nonché di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sull’ambiente, sul Paesaggio, sull’economia insediata prima che questi si verifichino effettivamente.

Altro aspetto è invece il fatto che l’amministrazione sia favorevole alla produzione di energia da fonti rinnovabili ma tale obiettivo, definito a livello europeo al 2030 per accrescere la quota dei consumi coperti da fonti rinnovabili, va’ perseguito nei limiti di quanto possibile.

Va considerato che nel settore elettrico, la natura intermittente delle fonti con maggiore potenziale di sviluppo (eolico e fotovoltaico) e, nei settori termico, (occorre stabilire un limite all’uso delle biomasse), conseguenti ai contestuali obiettivi di qualità dell’aria e della strategicità delle produzioni agroalimentari, sono perseguibili anche nei nostri territori attraverso l’utilizzo però di aree degradate come le aree delle ex cave, le aree industriali dismesse, i tetti degli impianti produttivi ed alcune aree di scarso pregio e senza impatto sul paesaggio che la programmazione urbanistica potrebbe individuare con specifici atti programmatori.

Ma sono altre le politiche che il nostro Paese dovrà mettere in atto, o ltre il super eco bonus per gli edifici abitativi privati, di recente emanazione.

Dovremmo estendere questa misura agevolativa alle imprese di tutti i settori unitamente ad agevolazioni per consentire l’efficientamento energetico teso a migliorare la capacità del sistema della ricerca di presidiare e sviluppare le tecnologie di prodotto e di processo essenziali per la transizione energetica e a favorire l’introduzione di tecnologie, sistemi e modelli organizzativi e gestionali funzionali alla stessa transizione energetica e alla sicurezza.

Franco Capponi (Sindaco di TREIA)

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