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A completamento di questo ragionamento potremmo aggiungere la constatazione, più o meno evidente, che normalmente nel quotidiano ciascuno di noi si sforza di realizzare il principio sano, naturale ed ergonomico del vivere bene, essere felice e sentirsi realizzato ed è questo anche l’obiettivo dello yoga. Azione, peraltro, che tutti, più o meno consapevolmente, mettiamo in atto nei più svariati modi. Le questioni dunque vertono non tanto sull’obiettivo-indirizzo in un caso o nell’altro, quanto piuttosto sull’efficacia del metodo. Spesso i nostri sforzi producono risultati che vanno in direzioni opposte alle aspettative o quantomeno alle motivazioni che l’hanno originati, e allora restiamo attoniti, senza più forze e con minore voglia di agire. Gli errori accumulati nel corso della nostra vita tendono sempre di più a lasciarci cadere nell’immobilità nella convinzione fatalista che non c’è un rimedio efficace, ed ogni azione, ogni tentativo, non fa che peggiorare tale situazione. Ma non è proprio così! Ecco che l’arte dello yoga ci viene incontro e ci offre la grande opportunità di realizzare il nostro più grande desiderio: essere veramente felici! Raggiungere davvero lo stato di realizzato o quantomeno tendere ad esso. A questo punto potrebbe sorgere qualche dubbio su quale metodo scegliere, ovvero quale yoga seguire visto che, specie negli ultimi tempi, i tipi e sottotipi di Yoga si sono moltiplicati a dismisura e non sempre essi mantengono fede ai principi base dello yoga classico. In realtà la scelta è semplice dato che qualunque metodo va bene nella misura in cui, effettivamente ci consente di progredire nella giusta direzione. A questo riguardo è utile ricordare un pensiero di Franz Moors: «Non esiste che un solo Yoga, quello che favorisce l’armonia e lo sbocciare dell’essere». (Fine)