Notizie in Controluce

 Ultime Notizie

Zero: inizio e fine del tempo

Agosto 17
12:53 2010

La nostra epoca, caratterizzata da un vistoso dinamismo esteriore è, per contro, avvilita da una preoccupante pigrizia mentale, il cui decorso patologico è sicuramente aggravato dall’abitudine, ormai dilagante specialmente nei giovani, di accettare passivamente dal mondo esterno le informazioni attraverso un bombardamento continuo di immagini. Lo stare soltanto a “vedere” senza “guardare e osservare”, né tanto meno senza “fare”, porta inevitabilmente a rassegnarsi ad essere passivi, rinunciando ad essere protagonisti attivi del nostro pensiero. Questa è una delle ragioni per cui molti giovani disertano sempre più la lettura, e in primis la buona lettura, quella colta e dotta di un tempo. Allora, come fare per svegliare da questo sonno mentale quei giovani? Zero: inizio e fine del tempo di Fabio Cerroni (Roma, Universitalia, 2010, pp. 208, € 15,00, acquistabile dal sito dell’editore www.unipass.it ) è una proposta intelligente per stimolare nei giovani (ma non soltanto) l’interesse per la lettura impegnata. Nel libro, infatti, si trattano temi propri del pensiero filosofico e scientifico tutt’altro che superficiali e facili, quali il significato della natura del tempo, il relativismo filosofico, la relatività di Einstein e altri ancora, che l’Autore propone all’attenzione del lettore attraverso l’escamotage di una narrazione simile ad una fiction televisiva. La famiglia Raguzzi, inventata dalla penna del professor Fabio Cerroni, biologo e docente universitario, fra un problema e l’altro della vita quotidiana, trova il tempo e la voglia di discutere simpaticamente su temi ben lontani dai gossip, che animano la vita di attori e adesso ormai anche dei politici (ma forse rimaniamo nella stessa categoria…), o dalle partite di calcio, perché nientemeno i Raguzzi s’interrogano sul significato reale del tempo e sugli argomenti filosofici connessi. Ma l’idea di Cerroni, per quanto inverosimile, è stimolante, perché attraverso le posate riflessioni del professor Carlo Raguzzi, gli interventi del figlio maggiore Luca, studente universitario di filosofia, le simpatiche ma acute intromissioni del piccolo Gabriele, le sagge mediazioni della signora Marta Raguzzi e i dotti interventi di alcuni amici intellettuali di questa “problematica” famiglia, il lettore, senza che se ne accorga, si trova coinvolto in riflessioni per lui insospettabili. Gli spunti di discussione, in questa animata e animosa famiglia, sono veramente tanti, ma l’argomento principe del libro è il tempo, è capire qual è la “vera natura” del tempo, enigma che tormenta le menti dei Raguzzi. «Che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so; se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede, lo ignoro». Il senso della celeberrima frase di Sant’Agostino (Confessioni, libro XI, cap. XX), come è noto, si riferisce all’idea del tempo come percezione soggettiva. Eppure, la stessa frase può benissimo essere interpretata come una “confessione” della necessità di una definizione soltanto implicita del tempo. Marta, in una delle appassionate discussioni sul tempo con il marito, col figlio Luca e con la sua giovane fidanzata Flaminia, si dilunga con molta erudizione su come gli antichi Egizi suddividevano e misuravano il tempo, attirandosi, a un certo punto, le critiche del figlio: «Il punto non è quello di capire come il tempo possa essere stato diviso, o storicamente come siano stati creati i calendari. Il problema è tutt’altro». Luca è il “filosofo” della famiglia e, come tale, vuol capire cos’è il tempo nella sua essenza, non gl’interessa sapere come il tempo venga misurato e suddiviso, perché tutto ciò lascia indefinita la sua “natura”. Le lunghe e inconcludenti discussioni sul tempo della famiglia Raguzzi dimostrano chiaramente che il tempo è un concetto primitivo e come tale non può essere definito. Intendiamoci: non può essere definito utilizzando definizioni esplicite o logiche, le quali risolvono un concetto in altri già noti.  Questo “destino”, ovviamente, è comune a tutte le idee primitive, per ciò stesso non scomponibili in altri concetti. Ma allora cosa fare? Un’idea del tuo indefinita non sarebbe nemmeno un’idea, sarebbe il “nulla” e quindi inutilizzabile. Le grandezze primitive in fisica sono tutte definite implicitamente in maniera operativa, cioè per mezzo delle operazioni di misura su di esse stabilite, mentre in matematica sono definite implicitamente per assiomi, vale a dire tramite proprietà di cui godono. Due esempi, a tutti familiari, dell’uno e dell’altro caso sono la temperatura, che viene definita implicitamente tramite le operazioni necessarie per misurarla, e il punto geometrico, che viene definito implicitamente attraverso le proprietà di cui gode, cioè i postulati: per due punti passa una retta e una soltanto, per tre punti non allineati passa un piano e uno soltanto, ecc. Le definizioni implicite, tuttavia, proprio perché non risolvono un concetto in altri già noti, lasciano indeterminata la sua “natura” e da ciò nasce la nostra insoddisfazione. Tuttavia, mentre una definizione esplicita richiede uno sforzo logico, una definizione implicita è spesso molto più naturale e spontanea. Molti concetti che utilizziamo correntemente nella vita quotidiana sono da noi definiti implicitamente “per contesto o uso”, tant’è che se qualcuno ce ne chiede una definizione logica  non sappiamo darla, proprio come Sant’Agostino con il tempo, mentre siamo in grado di fornire molti esempi del loro utilizzo. Fra le definizioni implicite, quelle “per uso” sono più spontanee di quelle “operative” e di quelle “per assiomi”. Il tempo, in fisica, è definito implicitamente in maniera operativa, ma nella vita quotidiana dell’uomo della strada, che non conosce la fisica, è definito implicitamente attraverso l’uso che se ne fa. Senza la “grandezza tempo” tutta la fisica non esisterebbe, mentre, invece, esiste e fornisce “predizioni” e “previsioni” di come si svolgerà un certo fenomeno, pur senza conoscere la “vera natura” del tempo. Quello che è straordinario è, dunque, che pur non essendo determinata la sua natura, le proprietà metriche di cui gode il tempo sono sufficienti per utilizzarlo con successo nella vita quotidiana del singolo, in quella collettiva e nello sviluppo della civiltà umana. Tuttavia, rimane pur sempre l’interrogativo: cos’è veramente il tempo?

Tags
Condividi

Articoli Simili

0 Commenti

Non ci sono commenti

Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?

Scrivi un commento

Scrivi un commento

MONOLITE e “Frammenti di visioni”

Categorie

Calendario – Articoli pubblicati nel giorno…

Maggio 2024
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031  

Presentazione del libro “Noi nel tempo”

Gocce di emozioni. Parole, musica e immagini

Edizioni Controluce

I libri delle “Edizioni Controluce”