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Il timore della democrazia

Il timore della democrazia
Novembre 06
10:26 2014

19-Califfato-IslamicoLa caduta del Muro di Berlino parve iniziare un’era senza antagonisti per la democrazia degli Stati occidentali. Oggi la guerra non dichiarata, in atto in Crimea, risuscita paure proprie del secolo scorso negli stessi territori dove ebbero origine le due guerre mondiali; torna il linguaggio dei ‘blocchi’, della ‘frontiera europea’ tra Occidente e Oriente, con l’Ovest contrapposto all’Est e gli apparati del Cremlino nuovamente intesi come il nemico istituzionale.

Si riscopre attuale e intramontata la vocazione imperiale e imperialista della Russia, sopravvissuta agli zar e ai soviet. Finiti gli anni del disgelo, caratterizzati dal ferreo controllo all’interno e dalle opache fortune degli oligarchi, Mosca sconfessa la geografia del nuovo secolo e, ritrovando nell’Occidente la sua fobia storica, si riappropria della Crimea senza nascondere l’obiettivo di arrivare a Kiev, ai Paesi baltici, minacciando anche Varsavia e Bucarest. Così Putin scava un fossato che ridimensioni gli Stati Uniti, blocchi l’Europa e limiti la libertà dei popoli di costruire il proprio destino.
Non molto lontano dai confini russi il Califfato islamista, recentemente sorto tra Siria e Iraq da una costola impazzita di Al Qaeda, testimonia la lotta sanguinosa per la supremazia politica, religiosa, militare e finanziaria del fanatismo integralista, segnando ancora una volta spaccature insanabili della galassia islamica. L’autoproclamato Stato Islamico (Is) ci propone qualcosa di inedito, un messaggio rivolto non soltanto agli odiati Stati Uniti ma a tutto l’Occidente, una sfida totale gestita con i metodi del marketing più avanzato, per mezzo dello spettacolo di morte molto efficace, volutamente primitivo e fortemente simbolico nella sua barbarie. Stupri, esecuzioni di massa, uccisioni rituali per soffocare con il terrore qualsiasi tentativo di dissenso: tattica che non concede alternative, a rischio di suscitare, come già avvenuto, la dissociazione dell’Islam moderato e progressista.
Il terrore è gestito sapientemente per ‘sterilizzare’ il Califfato e i Paesi arabi da qualsiasi rischio di contaminazione democratica, da ogni principio giuridico, da qualsiasi interpretazione del Corano non strumentale alla logica settaria ispiratrice, realizzando pienamente quella segregazione già obiettivo di Bin Laden, per escludere dall’Islam altre fedi e ogni pretesa di Stato di diritto. Ancora una volta, l’Occidente storico e fatale nemico.
Due mondi diversi, Russia e Is, due ideologie con un comune avversario: non soltanto la superpotenza americana ma anche l’Europa. Viene da chiedersi se ci sia consapevolezza che proprio in questo angolo di mondo è nata la democrazia, con il pluralismo e la sovranità popolare espressa attraverso parlamenti, istituzioni, controlli, regole, titolarità di diritti; anche se, come ogni realtà umana, tradita, abusata da noi stessi, dalla tentazione del potere, dai nostri errori e debolezze. Ma è il principio stesso della democrazia il vero oggetto della contesa, nel suo essere possibilità di realizzare ovunque nel mondo uno Stato laico che riconosca la dignità di tutte le fedi, la libertà che deriva dalla negazione di un potere assoluto, che permetta il dubbio e il dissenso.

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