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A ROMA 3 GIORNI DEDICATI A DARIO FO E FRANCA RAME CON IL MAESTRO MARIO PIROVANO. Dal 28 dicembre al Teatro Villa Pamphilj.

A ROMA 3 GIORNI DEDICATI A DARIO FO E FRANCA RAME CON IL MAESTRO MARIO PIROVANO. Dal 28 dicembre al Teatro Villa Pamphilj.
Dicembre 26
12:16 2023

               

AL TEATRO VILLA PAMPHILJ DI ROMA 3 GIORNI DEDICATI
A DARIO FO E FRANCA RAME

CON IL MAESTRO MARIO PIROVANO 

Il 28 e 29 dicembre lo stage Il Teatro Epico e di Fabulazione di Dario Fo e Franca Rame

e il 30 lo spettacolo Mistero Buffo.

Esilarante, provocatorio, potente, attuale, epico, magistrale: “Mistero Buffo”, lo spettacolo più famoso di Dario Fo e Franca Rame, va in scena a Roma al Teatro Villa Pamphilj, il 30 dicembre 2023 alle ore 11,30 con l’interpretazione di Mario Pirovano e la regia firmata dallo stesso Fo.

Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Teatrale Fo Rame e patrocinato dalla Fondazione Fo Rame, è stato allestito in nuova forma nel 2019 per celebrare i cinquanta anni dalla prima rappresentazione di Mistero Buffo. Rappresentato per la prima volta nel maggio del 1969 e riproposto, fino ad oggi, in oltre cinquemila allestimenti, ogni volta arricchiti da nuove giullarate, “Mistero Buffo” è un capolavoro che ha segnato la storia del Novecento. Uno straordinario impasto comico-drammatico, messo in scena in Italia e all’estero, nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche, nei teatri e persino nelle chiese, le cui radici affondano nel teatro popolare, quello delle sacre rappresentazioni medievali, dei giullari e della Commedia dell’Arte. Dario Fo e Franca Rame hanno raccolto per anni racconti orali, leggende e documenti di teatro popolare di varie regioni italiane per poi riproporli in questo esilarante spettacolo. I monologhi, fortemente provocatori, hanno un sapore ironico e profetico, che diverte, stimola, affascina. Mistero Buffo è uno spettacolo che ha la capacità di coinvolgere tutti, anche le più giovani generazioni. Le giullarate, infatti, affrontano tematiche sempre attuali: il potere, l’ingiustizia, la fame, la ribellione, la ricerca di una vita degna da condividere gioiosamente. I continui richiami all’attualità, che fanno da cornice ai vari brani svelano il presente con le sue false ingenuità ed ipocrisie, regalando al pubblico tanti momenti di riflessione ma anche di incontenibile comicità. I brani sono recitati in un linguaggio che unisce diversi dialetti dell’Italia settentrionale e centrale: una lingua perfettamente comprensibile, grazie alla potente gestualità di Mario Pirovano, che lo stesso Fo ha definito “fabulatore di grande talento”.

Inoltre, per le giornate dedicate allo Studio e pratica delle tecniche espressive della Commedia dell’Arte, organizzate dal Teatro Villa Pamphilj, il 28 e 29 dicembre (dalle ore 10 alle 17.30), Mario Pirovano terrà lo stage Il Teatro Epico e di Fabulazione di Dario Fo e Franca Rame. Il programma comprende: la potenza della voce, questa sconosciuta; il corpo come una marionetta, le incredibili ed infinite possibilità del nostro “corpo fisico”; come superare la fatidica quarta fila; riempire il palcoscenico solo con la propria presenza; il gesto, la voce, trasformate in maschera. (Per informazioni e iscrizioni tel. 06 5814176   – scuderieteatrali@gmail.com)

Il Teatro Villa Pamphilj, con la direzione artistica di Veronica Olmi, è parte del sistema Teatri in Comune di Roma Capitale – Assessorato alla Cultura con il coordinamento gestionale di Zètema Progetto Cultura

Per informazioni e prenotazioni:

Teatro Villa Pamphilj Largo 3 giugno 1849 | 00164 Roma
(ingresso Via di San Pancrazio 10 – P.zza S. Pancrazio 9/a)
Orari segreteria: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18

tel 06 5814176   – scuderieteatrali@gmail.com
Ingresso 10 euro (consigliata la prenotazione)

 

MISTERO BUFFO

Nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, occupata da oltre 2000 studenti, entrò il 30 maggio 1969 Dario Fo per presentare in anteprima assoluta il suo “Mistero Buffo”. Fu l’inizio di un percorso che attrasse subito centinaia di migliaia di persone, la maggior parte delle quali non frequentavano il teatro nei circuiti classici e convenzionali.

Riproposto dal 1969 ad oggi in oltre 5000 allestimenti, in Italia e all’estero, nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche, nei teatri, e anche nelle chiese! Arricchito di volta in volta da nuove e diverse giullarate, “Mistero Buffo” è uno straordinario impasto comico-drammatico le cui radici affondano nel teatro popolare, quello delle sacre rappresentazioni medievali (chiamate misteri), dei giullari e della commedia dell’arte.

Per anni Dario Fo, insieme a Franca Rame, ha raccolto documenti di teatro popolare di varie regioni italiane e li ha ricostruiti in questo spettacolo dal sapore ironico e profetico che diverte, stimola, affascina, ed ha la capacità di coinvolgere anche le più giovani generazioni.

Le giullarate, infatti, affrontano tematiche sempre attuali: il potere, l’ingiustizia, la fame, la ribellione, la ricerca di una vita degna da condividere gioiosamente.

La lingua in cui vengono recitate è un particolare insieme di dialetti delle regioni settentrionali e centrali dell’Italia, una lingua sempre perfettamente comprensibile grazie alla forza della gestualità che accompagna la narrazione. Si tratta di un monologo senza scenario, senza musica, senza costumi, che sollecita l’immaginazione e la partecipazione degli spettatori al punto da rendere quasi visibile, sulla scena, una molteplicità di personaggi, di oggetti e di luoghi.

Il carattere di questa recitazione ci riporta di colpo alle origini della tradizione orale, della narrazione pura che trova la sua forza nella ricchezza del racconto e nella mimica dell’attore. È questo carattere che ha influenzato le generazioni teatrali successive a Fo, e in particolare il suo diretto allievo Mario Pirovano, che da anni porta con successo i testi di Dario Fo e Franca Rame nei teatri di tutto il mondo.

Numerosi sono i monologhi che Dario Fo e Franca Rame hanno portato in scena nelle varie edizioni di Mistero Buffo, e oggi, per festeggiare i primi 50 anni di questo spettacolo che ha segnato la storia del teatro, verranno proposti alcuni fra quelli che vennero portati in scena durante le primissime rappresentazioni

Lo spettacolo MISTERO BUFFO sarà composto da alcune delle giullarate che lo hanno reso famoso in tutto il mondo: La nascita del giullare, La fame dello Zanni, Il primo miracolo di Gesù Bambino, Il miracolo di Lazzaro, Le nozze di Cana, Il Grammelot dell’avvocato inglese, Bonifacio VIII.

LA NASCITA DEL GIULLARE: Il testo, ispirato a due racconti medievali, è la descrizione di una trasformazione: dalla condizione umana di sottomesso a quella di protagonista. Il contadino diventa giullare trovando la forza di raccontare sofferenze e ingiustizie non con autocommiserazione ma con l’arma potente della satira e dell’ironia. Ad incitarlo in questo ribaltamento è stato lo stesso Gesù Cristo, che vuole tutti liberi, consapevoli della propria forza e dell’importanza dell’agire collettivo per diventare padroni del proprio destino.

LA FAME DELLO ZANNI: Il protagonista di questo racconto è lo Zanni, un contadino del Cinquecento senza lavoro, che vive nelle valli di Bergamo e Brescia: una delle maschere più famose della Commedia dell’Arte. Con contorsioni e sproloqui da funambolo, lo Zanni ci descrive l’incubo suscitato dalla mancanza di cibo. La sua è una fame atavica, provocata da guerre e sconvolgimenti economici, ma ci appare ancora spaventosamente attuale.

IL PRIMO MIRACOLO DI GESU’ BAMBINO: È il poetico racconto tratto dai Vangeli apocrifi che descrive come il piccolo Gesù, per farsi accettare dagli altri bambini, realizza un miracolo stupefacente: fa volare gli uccellini di argilla che essi hanno fatto con le loro mani. Quando il figlio dell’uomo più ricco della città interviene a distruggere questi giochi, il piccolo Gesù reagisce in modo infantile ma tremendo a questa prepotenza.

IL MIRACOLO DI LAZZARO: È questa la descrizione parodistica del miracolo più popolare del Nuovo Testamento, vissuto come grande happening del tempo. La drammaticità del momento s’intreccia alla comicità delle diverse situazioni e dei molteplici personaggi, dal guardiano del camposanto al venditore di sardine, dal distributore di sedie allo scommettitore… La voce dell’attore dà vita a tutti questi spettatori curiosi, venuti per assistere all’eccezionale evento.

LE NOZZE DI CANA: Due sono i personaggi che conducono questa rappresentazione: l’ubriaco e l’angelo. L’angelo vorrebbe presentare secondo i canoni tradizionali il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino; l’ubriaco vuole a sua volta raccontare l’evento come lo ha vissuto di persona, e riesce ad imporre il suo punto di vista. Il racconto è l’esaltazione dell’umana gioia di vivere e della condivisione che lo stesso Gesù generosamente sollecita.

IL GRAMMELOT DELL’AVVOCATO INGLESE: L’avvocato si trova a difendere un giovane, non nuovo ad atti di violenza carnale, che è stato accusato di stupro. Egli dimostrerà, attraverso gesti allusivi e un linguaggio di parole-non parole, la totale innocenza del suo cliente, presentandolo come timido e dedito soltanto agli studi; sosterrà che è stata la ragazza a provocare il giovane con la propria seduttiva bellezza e che comunque lei è stata del tutto consenziente!

BONIFACIO VIII: Questo monologo racconta del Papa che Dante ha condannato all’inferno ancora prima che morisse. Bonifacio, vestito con paramenti sacri di grande magnificenza, parte in processione insieme a frati e cardinali, ma incontra un’altra processione, quella di povera gente guidata da Cristo in persona. La giullarata ci presenta il pontefice prima nel rito quotidiano della sua vestizione, poi nel suo incontro-scontro con Gesù: classico anacronismo medievale, teso a sottolineare l’immensa differenza fra i due.

L’IMPORTANZA DI MISTERO BUFFO NELLA STORIA DEL TEATRO DEL NOVECENTO

… nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati. (…) Se c’è qualcuno che merita l’epiteto di giullare, nel vero senso della parola, questo è lui. Il misto di risa e serietà è il suo strumento per risvegliare le coscienze sugli abusi e le ingiustizie della vita sociale. (Motivazione dell’Accademia di Svezia alla consegna del Premio Nobel per la Letteratura nel 1997)

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