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Chiesa e Convento dei Cappuccini a Frascati

Chiesa e Convento dei Cappuccini a Frascati
Marzo 11
02:00 2008

Corre l’anno 1575, quando sulle colline tuscolane sorgono le splendide ville frascatane e, con queste, la Chiesa ed il Convento dei Cappuccini. Sono gli stessi proprietari delle residenze e il pontefice Gregorio XIII a volerne la realizzazione, seppure in una zona solitaria ed appartata dei colli. Anche il Comune di Frascati ne esorta la costruzione in occasione del Capitolo Provinciale dell’Ordine dei Frati Minori di San Francesco in Palestrina del 1573. Non resta, quindi, che edificare il monastero la cui fondazione è stata fissata e le spese addossate, per suo stesso volere, ad Antonio Contugi medico di Pio IV. La fabbrica, che è spesso oggetto di visita da parte di Gregorio XIII, viene ultimata in breve tempo tanto che la chiesa viene consacrata nel 1579. Allo stesso pontefice si deve la realizzazione dell’orto retrostante al convento ottenuto su un pianoro. Il campo è un ibrido tra un orto ed un giardino e la scelta di tale profilo risiede nel voler confondere il complesso sacro con le ville circostanti e nel conferirgli le sembianze di un convento-villa. Il complesso è composto da una minuta chiesa e da un più che modesto convento entrambi spogli e privi di qualsiasi decorazione. Probabilmente la loro progettazione e realizzazione è da attribuirsi a Martino Longhi il Vecchio che in quegli stessi anni si occupava della realizzazione di Villa Mondragone. Il fabbricato si dispone secondo un andamento ad L, poiché il corpo avente maggior lunghezza è addossato alla chiesa. Laboratori e magazzini sono collocati al pian terreno dove trova posto anche un piccolo chiostro con una cisterna centrale. Al piano superiore, invece, si aprono le celle dotate tutte di umili giacigli e di minuscole finestrelle che incorniciano il panorama. L’apparato decorativo è posteriore di circa quattro anni e, per quel che concerne l’altare maggiore, viene curato da Gregorio XIII al quale si devono anche i ritratti dei cardinali nipoti di Filippo Guastavillani e Filippo Boncompagni posti nella cappella principale. L’altare maggiore ospita una tela raffigurante il Crocifisso tra i Santi Francesco e Antonio da Padova ed attribuita al Manziano come il San Francesco che riceve le stimmate posto nella cappella di sinistra. Raffigurazioni degli Evangelisti ed episodi delle loro vite sono presenti anche sulle pareti della navata in due ordini distinti. Ovviamente la scelta di creare un complesso decorativo essenziale e ridotto risponde alle esigenze dell’Ordine Francescano: episodi della vita del Santo e dei quattro Evangelisti sono rappresentati senza sfarzo e sontuosità, proprio secondo la Regola di San Francesco. L’intervento del pontefice è stato decisivo anche per quel che concerne il ruolo dell’Ordine dei Cappuccini: al 1575 risalgono le norme costitutive dell’Ordine che vengono divulgate oltre i confini italiani in contrapposizione al Protestantesimo. Il prestigio del convento si protrae fino alla morte di Gregorio XIII avvenuta nel 1636. Da questo momento i monaci si riducono di numero ed il complesso dei Cappuccini perde ricettività ed importanza. Nel 1693 il principe Aldobrandini concede ai frati due once d’acqua e il regime per coltivare l’orto, ma bisognerà attendere il 1824 affinché il convento riceva in dono da Marianna di Savoia, duchessa di Chamblais proprietaria della Rufinella, un’area più o meno vasta di alberi. Di li a poco lo stesso principe Aldobrandini si interessa della costruzione della cripta e al restauro delle cappelle laterali. Una presenza importante del Convento dei Cappuccini è stata quella del Cardinale Guglielmo Massaia missionario in Etiopia ed ospitato dai frati negli ultimi anni della sua vita.

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