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Il Lago di Nemi, secondo l’interpretazione dello studioso Giuliano Di Benedetti, è la culla della civiltà e la Péntima del piccione, dal latino medioevale, è uno dei due speroni a picco sul Lago su cui sorge il borgo antico e una parte del suggestivo Palazzo Ruspoli. Sulle pareti dello sperone, in grotte scavate nel lapillo vulcanico, ci sono tombe con inciso il simbolo del piccione. Da qui la denominazione ed anche le possibili attribuzioni che lo studioso Giuliano Di Benedetti elenca nel libro, Dalla péntima del piccione – Ventucci editore, da lui presentato domenica 14 Aprile all’Azienda Agricola Iacchelli, sulla via dei laghi, in occasione della “Festa della Primavera”. Un’opera intensa, corposa, scritta con una forte componente emotiva scaturita da uno sconfinato amore per i luoghi descritti, oltre che da studi approfonditi a cui si dedica da anni, seguendo un’ipotesi sempre più avvalorata che vede il Nemus Nemorensis, il bosco sacro della dea Diana, come il tempio primordiale della Grande Madre da cui sarebbe sorta la civiltà, a cui è possibile collegare anche una serie infinita di miti, leggende, personaggi, storie e vicende che si sono succedute nel tempo.

Parlavamo di un’ipotesi perché in realtà non è mai stata formulata prima, se non dallo scozzese James Frazer nel famoso Ramo d’oro, fonte inesauribile di informazioni e suggerimenti ai quali l’Autore ha attinto per sete di conoscenza. Sembra impossibile al giorno d’oggi in cui tutto è stato detto e scritto, dice l’Autore, segnalando però la diversa ottica delle interpretazioni con un approccio filologico, archeologico e storico, e non piuttosto con uno sguardo onnicomprensivo, più ampio e comparativo. Di qui l’obbiettivo di ripercorrere la storia del Lago di Nemi dalle origini a Costantino il Grande dando il giusto significato agli eventi, alle tradizioni, ai culti nati e cresciuti in questo luogo che potrebbe anche essere il vero Eden, il biblico Paradiso terrestre così come è stato descritto. Come si può capire la teoria è molto suggestiva, ma le novità non finiscono qui. Al lettore scoprire il resto.