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IL CONSIGLIO COMUNALE DEI GIOVANI DI ALBANO LAZIALE. UN FALLIMENTO ANNUNCIATO E RISORSE BUTTATE AL VENTO

IL CONSIGLIO COMUNALE DEI GIOVANI DI ALBANO LAZIALE.  UN FALLIMENTO ANNUNCIATO E RISORSE BUTTATE AL VENTO
Novembre 22
19:58 2022

 

All’inizio di luglio del 2018 è stato istituito ad Albano Laziale il consiglio comunale dei giovani che ha concluso i suoi lavori. A novembre 2022 è stato emesso il bando per l’elezione del nuovo consiglio.

Il consiglio comunale dei giovani è un organismo sollecitato e sostenuto dalla Regione Lazio, è composto da quindici membri, è un organo democratico di rappresentanza di tutti i giovani tra i 15 e i 25 anni, e promuove la partecipazione dei giovani alla vita sociale, politica e culturale del paese. Nelle intenzioni della Regione, ha lo scopo di favorire la libera espressione del loro punto di vista su tutte le questioni che riguardano il territorio comunale, con particolare attenzione a quelle di interesse giovanile.

Secondo il regolamento comunale, “Il consiglio si riunisce almeno una volta ogni tre mesi e deve presentare, entro il 31 marzo di ciascun anno, alla Presidenza della Regione Lazio e al consiglio comunale e a tutta la popolazione giovanile una relazione sulla condizione dei giovani e delle politiche giovanili nel territorio del Comune riferita all’anno precedente.

Il consiglio dei giovani può presentare proposte di deliberazione al consiglio comunale e alla giunta ed esprime parere preventivo obbligatorio, anche se non vincolante, su tutti gli atti emanati dal consiglio comunale, dal Sindaco o dalla Giunta che riguardano specificatamente i giovani o la condizione giovanile. In questo ambito, l’amministrazione comunale è tenuta a portare tempestivamente a conoscenza del consiglio il contenuto dei singoli atti che abbiano una relazione con gli interventi sui giovani. L’amministrazione comunale ha altresì facoltà di richiedere al consiglio dei giovani un parere preventivo non vincolante su tutti gli altri atti non contemplati dai commi precedenti. Il consiglio è tenuto ad esprimere il parere, a pena di decadenza, entro 15 giorni dal ricevimento della proposta.”

Come si vede, l’impegno richiesto ai giovani consiglieri è davvero gravoso.

In un articolo pubblicato il 28 luglio 2018 scrivevo: “Questo nuovo organismo rappresenta una scommessa grande e impegnativa per tutti, giovani e meno giovani. Come tutte le scommesse, comporta il rischio di insuccesso. Per loro natura, i giovani non dispongono di tutte le esperienze e competenze politiche e amministrative necessarie per svolgere un così importante e impegnativo compito. Peraltro, vivendo una fase della vita focalizzata sulla costruzione del proprio futuro personale, potranno dedicare alla politica locale soltanto una parte limitata delle proprie risorse di attenzione e di tempo. Non si può peraltro escludere che dietro la scelta di alcuni di candidarsi non vi sia il sacro fuoco della politica intesa come strumento per prendersi cura degli altri sorretto da solide convinzioni etiche e morali, ma l’intento di trovare una strada per un futuro inserimento professionale.

Vi è dunque il pericolo che, dopo un primo periodo di interesse e di entusiasmo, il consiglio non decolli e che si rilevi un’occasione mancata. Per scongiurarlo sarà necessario il sostegno continuo dei senior che possano trasmettere la loro passione politica e l’esperienza amministrativa accumulata negli anni.

Ma chi potranno essere i maestri di questi volenterosi giovani? Certamente non l’attuale consiglio comunale, quello dei “grandi”, ben noto per essere un’aula sorda e grigia dove la stragrande maggioranza dei consiglieri non parla e si limita ad alzare la mano. E neppure organizzazioni politiche quali i partiti che, nel passato, erano una palestra di politica e di vita.”

Una valutazione ex post dell’esperienza del consiglio comunale dei giovani di Albano è decisamente negativa, il consiglio non è decollato. Al di là della buona volontà dei giovani coinvolti, il consiglio non ha reso i pareri previsti semplicemente perché non sono stati richiesti; invece di impegnarsi sui temi della città sotto il profilo dei giovani, hanno tentato di avviare alcuni progetti, funzione che invece spetta agli assessori; hanno mandato di fatto deserto il corso di formazione attivato dal segretario comunale; non si ha evidenza che abbiano ricevuto una formazione politica a cura dei senior delle formazioni politiche locali. Si è avuta la percezione che molti dei giovani coinvolti nel consiglio, verificata l’”inutilità” del proprio impegno, si siano progressivamente disamorati dell’iniziativa, di per sé entusiasmante e promettente, ma nei fatti deludente. Non risulta che i 15 eletti abbiano proseguito l’esperienza del consiglio comunale dei giovani con un ulteriore coinvolgimento nella politica locale.

Analogo destino hanno avuto esperienze parallele in altri Comuni del Lazio.

Ed ora ad Albano si insiste ad attivare per la seconda volta un meccanismo che si è rivelato inefficiente che, alla fine, produrrà disamore e frustrazione in giovani volenterosi con conseguente allontanamento dalla politica. I latini avrebbero detto: “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”.

Dunque, con il secondo bando siamo di fronte ad un fallimento annunciato.

Non vanno nemmeno sottaciuti i costi dell’operazione. Il Comune dovrà restituire alla Regione i fondi (5.000 euro) stanziati e non spesi dal precedente consiglio dei giovani. Per attivare il nuovo sono previste vere e proprie elezioni politiche con tanto di campagna elettorale dei candidati, commissione elettorale, liste da presentare, urne da predisporre, schede su cui votare, verbali da redigere, proclamazione degli eletti, tutti adempimenti e costi che graveranno sulla struttura del Comune già sotto pressione per la carenza di personale.

Julien Bendà, nel suo libro “Il tradimento dei chierici” del 1927 denunciava il “tradimento” degli intellettuali rispetto alla loro funzione di “custodi di valori” al servizio di concetti universali come la ragione, la verità, la giustizia. Nel caso del consiglio comunale dei giovani di Albano si intravede un “tradimento” dei “vecchi” nei confronti dei giovani, avviati consapevolmente verso una strada senza uscita.

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