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Morti sul lavoro… non c’è posto in Rai

Giugno 04
02:00 2007

L’insicurezza sui luoghi di lavoro: ecco una vera e propria emergenza che assilla il Paese, da nord a sud, e che ogni tanto riemerge prepotentemente sull’onda di gravi fatti di cronaca. Basta un semplice numero a descrivere concretamente questa emergenza: in Italia muoiono sul lavoro quattro persone al giorno. Ecco perché occorre iniziare a monitorare i luoghi dell’insicurezza, i cantieri come le fabbriche e tutte quelle realtà che vedono in posizione di svantaggio fin dall’inizio i lavoratori più inesperti, quelli saliti da qualche giorno su un ponteggio o quelli che sotto i capannoni dovrebbero beneficiare del periodo di formazione e che invece, magari, subiscono ricatti. Molto spesso il giogo dell’insicurezza mortale colpisce proprio i più deboli, i precari. Bisogna perciò andare a vedere che cosa succede sul campo, nelle aziende sensibilizzare l’opinione pubblica. Ecco, sensibilizzare i lavoratori renderli consapevoli dei propri diritti sarebbe la via giusta eppure sembra impossibile perseguirla perché la più forte resistenza avviene proprio da parte del servizio pubblico. Infatti è notizia del 3 aprile che la Rai non sa dove mettere in palinsesto lo spot sociale contro le morti bianche. Una campagna di sensibilizzazione chiesta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Lo ha realizzato il regista Pasquale Squitieri, eletto nel 1994 nelle liste di Alleanza Nazionale. Insomma una campagna bipartisan che non ha fatto i conti con Petruccioli. Lo stesso Squitieri ha raccontato che il presidente della Rai gli ha detto di non sapere dove metterlo e per questo non sarebbe stato trasmesso. La campagna era stata presentata lo scorso 15 febbraio al presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Le morti sul lavoro non hanno diritto forse ad un posto di rilievo nel palinsesto della televisione pubblica?

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