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GRANDE COLLEZIONISTA ROCCHEGIANO DI CARTOLINE ANTICHE: ANGELO LA BANCA

GRANDE COLLEZIONISTA ROCCHEGIANO DI CARTOLINE ANTICHE: ANGELO LA BANCA
Maggio 04
18:02 2021

Angelo La Banca è nato il 31 luglio 1943 in via Felice Cavallotti a Rocca di Papa, primogenito di Querino ed Elena Gatta.

Figlio di Nicola La Banca, calzolaio, il nonno Angelo ( papà di Querino)  era scalpellino e aveva prestato la sua opera per l’edificazione del Castello di De Farro, inaugurato nel 1924 e per la ricostruzione della Parrocchia dell’Assunta dopo i bombardamenti.

Il papà di Elena faceva il carbonaio: lei e altre due sorelle lavoravano nel bosco raccogliendo terra di ciocco e pungitopi che il nonno materno portava a Roma ai giardini e allo zoo, con il carretto.

Papà Querino, vicino alla Piazza Vecchia, nel vicolo sottostante Via della Cava, aveva una grande grotta nella quale allevava conigli che nutriva con l’erba raccolta di notte nei campi. Con la vendita dei roditori tirava avanti la famiglia di tre figli: oltre Angelo, Enrica e Matilde. Durante i bombardamenti il piccolo era rimasto sotto le macerie: lo salvò una vecchietta, vicina di casa, dandogli acqua e zucchero. Crollata la casa, i La Banca andarono a cercar riparo nelle Grotte Cave; anche in questo caso fu una donna a salvare Angelo che aveva otto mesi: Leda Acciari lo teneva tra le braccia quando una scheggia di bomba, percorrendo in lungo tutta la grotta, la colpì a morte. Spirò dopo una settimana di agonia: Angelo ne parla con riconoscenza e affetto.

Dopo i bombardamenti essi si trasferirono in Via Macello Vecchio, dopo essere stati accolti come sfollati nel palazzo Frullini.

A cinque anni il bambino ebbe un infortunio e si fece male a una gamba: purtroppo nessuno si rese conto che il femore era fratturato e il medico lo curava per reumatismo, aggiungendo che il dolore, sì era dovuto a un difetto congenito, ma anche a un capriccio del ragazzino, scatenando le punizioni del genitore. Angelo mi confida: –  Non sono mai riuscito a chiamarlo papà…

Fu un amico di famiglia, Marcellino Polidori, custode del palazzo di Michele Stefano De Rossi a portarlo in ospedale all’Umberto I e là iniziò un calvario fatto di interventi chirurgici molto complicati e dolorosi.

Sempre a cinque anni fu mandato a scuola dalle Maestre Pie: frequentava la mezza prima – corrispondente all’ultimo anno della scuola dell’Infanzia – con suor Vincenzina: – era buona, brava, aveva riguardo per la mia gamba ingessata e mi metteva al primo banco, i compagni mi aiutavano…

Aveva come compagnetta Danira Sciamplicotti, nota artista e autrice con la figlia Clementina di numerosi murales dipinti lungo i vicoli del centro storico rocchegiano; sono sempre andati d’accordo, lo aiutava, il suo profitto era a volte un po’ carente a causa delle continue assenze per salute. Sono grandi amici anche ora, da adulti.

Il calvario, si diceva, fu lungo e doloroso: ogni due o tre mesi Angelo cambiava ingessatura e periodicamente, dai cinque agli undici anni,  entrava e usciva dall’ospedale, con grandi sacrifici della mamma che lo accompagnava a Roma con la funicolare e con il tram.  Adulto avrebbe voluto ritirare la sua cartella clinica, ma per un incendio  finì bruciata. Crescendo ha continuato a studiare frequentando il III Avviamento agrario a Grottaferrata  al Sacro Cuore e nel frattempo aiutava lo zio Remo nel negozio di  barberia su Corso della Costituente: era molto ben organizzato, ricorda, c’erano persino le docce. Là Rola – sfortunata anima della nostra Rocca – cercò soccorso, dopo il tragico gesto dell’evirazione.

Terminata la scuola iniziò a lavorare come ebanista e lucidatore a Roma in via Marcantonio Bracardì, presso il laboratorio  di un parente; poi venne assunto dalla ditta di mobili Trotta a Morena. A diciassette anni Angelo era già caporeparto, ma poco tempo dopo fu costretto a lasciare per un’allergia agli acidi usati per il legno.

Iniziò quindi a lavorare come carpentiere nella zona di Roma e nel frattempo s’era iscritto alle scuole serali e continuava a studiare privatamente, poi gli ultimi due anni all’Istituto Statale Michelangelo Buonarroti a Marino, succursale dell’Istituto di Frascati. A ventiquattro anni prese il diploma di geometra, lavorando per tanti anni nelle ditte edilizie dei Castelli Romani. Dopo vent’anni mise su una ditta tutta sua. Già da allora nacque il suo interesse per le cartoline, passione sempre più crescente quando, assunto presso una ditta di Messina per la quale avrebbe dovuto lavorare in Venezuela, venne invece pagato per quattro anni senza prestare alcun servizio. Così nel frattempo, come volontario per le missioni,  collaborava nell’Archivio presso il convento di Galloro Fratel Corsi, appassionandosi sempre di più al collezionismo di cartoline  e francobolli.

 Infine venne assunto come geometra  presso la ditta Roberi a Roma in zona Vigna Murata, poi dalla ditta Manfredini a Torre Maura: in quel periodo si ritrovò a dirigere circa  centottanta persone per la costruzione di numerosi alloggi.

Il ’68 per Angelo non è stato un anno di contestazione: un vero colpo di fulmine lo fece innamorare perdutamente di una ragazza alla quale fece una corte spietata per quattro anni: era di Agrigento la bella Annunziata Argento ed era venuta a Rocca di Papa accompagnando la mamma che aveva bisogno di cure presso quella che ora è la Clinica Madonna del Tufo. Si sposarono il 29 agosto 1972  e il loro matrimonio venne allietato dalla nascita di tre figli: Maria Elena, Elisa ed Emanuele.  Ora sono anche nonni di due nipoti: Matteo di tredici anni e Tommaso di sei.

E’ negli anni ’70 che la passione per le cartoline lo portò a visitare tutti i mercatini dell’usato dei Castelli e di Roma dove cercava e acquistava cartoline antiche di Rocca di Papa, partendo da quelle risalenti ai primi anni del ‘900 e che mettevano in risalto la Piazza dei Frati, le antiche processioni religiose, lo stesso convento dei Mercedari.

Da allora ha partecipato a numerose mostre e concorsi, vincendo diversi premi.

Non si tira mai indietro Angelo La Banca: è sempre disponibile per ogni iniziativa, sia editoriale –  sue la maggior parte delle cartoline del libro Rocca di Papa in cartolina di Massimo Saba, ed. La Spiga -,  sia  culturale e sociale, riguardanti eventi particolari del paese: la ricostruzione storica  e iconica del II conflitto bellico; l’inaugurazione dei lavori della nuova funicolare; la Sagra delle Castagne; o ancora per eventi organizzati, oltre che dal Comune,  dal Parco dei Castelli Romani. Chi ha bisogno chiede  e Angelo è sempre gentile, disponibile, preparato e di grande umanità e modestia.

Recentemente ha realizzato un Cd sullo sfogatello di Rocca di Papa con francobolli di funghi di tutto il mondo: è innamorato della natura, pratica l’agricoltura biologica e sta cercando di recuperare piante antiche, coltivando agrumi nella sua serra.

Gli chiedo un pensiero conclusivo… sorridendo, con tono lieve com’è nel suo carattere lo sento dire: – Penso che innamorato come me di Rocca di Papa non ci sia nessuno, anche se, come disse Garibaldi, abbiamo fatto Rocca,  dobbiamo ancora fare i rocchegiani.

Una persona semplice, eppure di grande esempio per la sua tenacia, curiosità, costanza e grande dirittura morale.

Angelo La Banca, fiera di essere sua concittadina.

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