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Schegge di filosofia della scienza – 10

Schegge di filosofia della scienza – 10
Febbraio 09
14:31 2010

Piet Mondrian, “Composizione in rosso, giallo, blu” - 1921Tre ipotesi sulla percezione significativa
() – Riguardo alla natura della percezione significativa prendiamo in considerazione tre ipotesi:
1) Lo psicologismo, è un problema per le teorie empiriste della conoscenza;
2) Come due differenti oggetti percepiti possano essere riconosciuti come lo stesso oggetto;
3) Il relativismo. Prima tesi. L’empirismo richiede che le teorie siano controllate deducendo conseguenze confrontabili con i risultati dell’osservazione. Se la teoria è un insieme di proposizioni e l’osservazione un evento psicologico come possiamo dedurre proposizioni da eventi psicologici o viceversa? Non si può, infatti le proposizioni vengono dedotte solo da proposizioni. L’esperienza può non accettare un asserto, ma no può di questo determinare la verità o la falsità, così che questo è accettato o respinto per convenzione. Il problema dello psicologismo viene dissolto se il divario fra teoria e osservazione sparisce, poiché gli oggetti hanno significato sia quando compendiamo che quando percepiamo.
Seconda tesi. Kuhn, filosofo della scienza, discute le situazioni di identità e differenza affermando che il soggetto vede la figura oscillare mentre tiene in mano lo stesso libro o lo stesso pezzo di carta. E’ la mia percezione e informazione che ho circa situazioni di questo genere a dar ragione al fatto che io sia consapevole di ciò che rimane identico a sé e mi chieda così i motivi del perché di tale oscillazione. L’identità dell’oggetto percepito prima o dopo l’oscillazione fa parte del significato percepito.
Terza ipotesi. Per l’empirista i dati osservati liberi da ogni teoria garantiscono l’oggettività della scienza, perché le teorie scientifiche siano controllabili empiricamente: il dato empirico con cui controllare deve essere indipendente dalla teoria. Per la nuova filosofia, gli oggetti della percezione sono il risultato di teorie più azioni del mondo esterno sui nostri organi di senso.
Abbiamo una dicotomia fra la percezione come osservazione passiva di oggetti e la creazione dal nulla degli oggetti percettuali. Esiste allora una terza possibilità: noi forniamo gli oggetti della nostra percezione a partire da un materiale percettuale già dato e manleabile, che servirà a limitare la classe dei costrutti possibili, senza imporre un unico oggetto di percezione. Dal momento che una teoria del dato coerente richiede che il dato sia non riconosciuto, non c’è molta differenza con la tesi secondo cui la mente costruisce oggetti di percezione a partire da un materiale neutro.
La tesi per cui la pregnanza teorica implicherebbe il relativismo è plausibile solo se accettiamo che l’osservazione di dati liberi da teorie può fornirci dei motivi per accettare una teoria aanzichè un’altra.

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