Lei si svegliò urlando In un oceano di lenzuola bagnate & sudore d’argilla Tracce di felicità, postumi di tragedia interiore Specchi che riflettono dubbi microscopici Lei si svegliò sognando Un
Tag "L’ angolo della Poesia"
Parole lontane nel tempo rimbalzano sui muri della mia subcoscienza soffocate dalla mia coscienza. La stanza del mio io interiore è ora quieta, di morte pervasa. Non più il garrulo
Un suono quasi un lampo È tutto ciò che so di me Di tutto il mistero e della vita, della natura e del male, permane dentro e per sempre, come
Ancora una benevola recensione del poeta Maurizio Cucchi apparsa qualche settimana fa sul settimanale “Specchio” del giornale La Stampa ai versi di Serena Grizi: “Serena Grizi ha una scrittura asciutta,
Libertà vo’ sognando di render servo il pensiero da pensier creando seppur più profondo
Il sogno era là, su quel lembo di terra lontana per fuggire dal tuo giaciglio di paglia. La risacca ora, accarezza il tuo corpo adagiato tra conchiglie brunite che cullano
E una mattina col sapor di gelo si scioglie al sole nebbia novembrina Alfin discerno ciò che non vedevo oggetto lieve seppur eterno che non si afferra anche se invoglia
È il sole di ogni anima al suo centro. È cuore, origine ed avvento: il chiaro, limpido assoluto di luce che risplende nei colori dentro e fuori, un giorno dopo
La luna brilla sulla terra. I primi bagliori dell’alba la mandano via. Sembrano piangere i petali dei fiori pieni di rugiada. Sento la tua voce. Mi sveglio. Tu sei lì.
Quanti bambini inghiotte questa storia nel suo ventre crudele, senza colpa, e l’uomo gioca la sua partita doppia come se fosse dio, onnipotente e solo, quando impasta materia e poi
Siedo fra i Colleghi, in Sala Mensa, chi mangia, chi ride, chi parla, chi pensa… Che bel momento d’aggregazione ! Tutti davanti alla stessa razione: pasta al sugo, patate e
utto dipende da quale punto di vista la guardi, la vita. Talvolta luminosa, talaltra opaca; come il cespuglio di camelia quella sera. La luna piena dietro le sagome scure dei
E sarà proprio li, in quel famoso viale calpestato mille volte, sarà proprio il rumore delle foglie secche sotto le
Sono l’essenza.Essenza di donna pietrificata e libera.Dolce rimbrottodi lava causticae ferite senza nostalgia.È stato un lavoro di folle chirurgia,di pialla
Brulla è la stoppia gialla, E spigolando Va la vecchietta A raccattar la “Spiga”. S’ode tra i fieni Allora allor
Vana conoscenza di mente inesperta qual orba sapienza di vita ormai morta Si consuma giovanezza e con reconditi affanni diviene
Tutt’ intorno ai Laboratori ferve di nuovo la Vendemmia; corre l’Uva sui trattori, e il profumo l’aria impregna. Batte il
La vite americana si va spogliando Una ad una le foglie, lievi, stendono rosso tappeto ai suoi piedi. una sola,
I marinai che navigano i mari più tumultuosi hanno poche sirene. Solo a volte, qualcuna, sguizza dai marosi: nel fragore
Racconto la mia biografia orale Balbettando aneddoti cremosi Avevamo creduto a quell’alba insanguinata Due amici che cercano il cielo Fermi
Poesia che siede su una panchina ti porterò in un luogo dove tutti passiamo da bambini dove siamo puri e
Non ho più parole per dire lo stupore della vita. Vivo teneramente carezzando l’erba che mi accarezza
Il sogno era là, su quel lembo di terra lontana per fuggire dal tuo giaciglio di paglia. La risacca ora,
Alla mia morte, vi prego, celebrateli tutti quei sacramenti; che l’ultima dolce memoria sia tra le opulenti cosce di santa
Sospiravo alla carezza della luce sussultavo alla melodia d’una voce Null’altro spettacolo? Solo questo giace di primavera fugace?
Non omnis moriar, canta Orazio alla fine del III Libro delle sue Odi, ovvero: “Non morirò del tutto”, a ricordarci
Il Belvedere che è la loggia mia ha i riflessi intarsiati col pastello, per stì colori non ci sta pennello
dal pozzo io non posso risalire ma sprofondare inerme fino al liquido centro della terra per ricomporre intera quella sfera
Il mare ondulante di creste bianche, il vento che raccoglie i flutti e li confonde nella pioggia. Il poeta è