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Viva Toscanini

Viva Toscanini
Febbraio 01
02:00 2007

Il 16 gennaio di cinquant’anni fa moriva a Riverdale, New York, uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi, Arturo Toscanini. Nato a Parma nel 1867, Toscanini si avvicinò alla direzione d’orchestra per caso, quando violoncellista di una orchestra italiana in tournée in Brasile fu chiamato improvvisamente a sostituire il direttore brasiliano, protestato dall’orchestra dopo un tempestoso inizio di Aida. Da allora fu il trionfo, sia per il resto della tournée, sia al ritorno in Italia quando ricevette gli inviti dai principali teatri italiani ed esteri. Costretto ad allontanarsi dall’Europa per l’incombere del fascismo e nazismo, cui si oppose fermamente, si trasferì a New York, negli Stati Uniti, sua patria d’azione, dove gli americani lo amarono nelle sue memorabili esecuzioni al Metropolitan Opera House di NY, alla New York Philharmonic Orchestra e alla NBC Symphony Orchestra. Il ritorno in Italia sarà solo nel ’46, all’età di 79 anni, per dirigere il concerto inaugurale della Scala ricostruita; da allora diversi e memorabili i suoi concerti in Europa e ancora negli Stati Uniti dove si spense all’età di quasi 90 anni.
Figura leggendaria, Toscanini è tra i primi direttori che si ricordi nell’intera storia della musica: si diceva fosse duro, severo e anche burbero, ma probabilmente “ da grande musicista quale era – fu solo esigente; esigente nel pretendere il rispetto per la musica e la sua corretta esecuzione, in un periodo in cui nel melodramma a farla da padrone era il divismo dei cantanti, disposti a falsare la lettura delle partiture per ragioni esclusivamente virtuosistiche. Se a ciò si aggiunge il carisma, la grande musicalità, la chiarezza interpretativa, i ritmi serrati e le tensioni musicali che caratterizzano soprattutto le ultime sue registrazioni, possiamo allora immaginare quale portata ebbe una figura come quella di Toscanini nel XX secolo.
Ebbene, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, in Italia sono nati diversi comitati per ricordare la figura del grande maestro. Lo scorso 9 gennaio, al Teatro dell’Opera di Roma, un concerto diretto da Gianluigi Gelmetti ha aperto le celebrazioni che proseguiranno per tutto il 2007 con concerti, seminari, mostre e pubblicazioni. Ci domandiamo cosa avrebbe pensato il maestro “ lui che poi era così schivo “ di fronte a tante autorità accorse. Peccato che non ci sia stato nessuno che per l’occasione abbia ricordato al pubblico chi fu Toscanini; non un fiore che decorasse il teatro. Il caso ha voluto che entrambi i cantanti si ammalassero e fossero sostituiti, per il finale del I atto di Bohème, all’ultimo momento (sostituzione di prim’ordine tuttavia con Fiorenza Cedolins e Massimiliano Pisapia). Se ciò non bastasse per presentare la sostituzione i microfoni hanno fatto le bizze, e il primo violoncello ha avuto la sfortuna di rompere la corda in piena esecuzione della Carmen Suite di Bizet (sarà un segno del destino? Toscanini era un violoncellista!) ‘ ‘Questo è teatro!’ qualcuno potrebbe commentare, ma intanto ci auguriamo per Toscanini migliori iniziative in suo ricordo.

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