L’equilibrio e l’esagerazione
Est modus in rebus e in medio stat virtus sono due detti (principi) che forse, provocatoriamente, dovrebbero essere inseriti (a proposito di riforme più o meno azzeccate/necessarie) nelle norme costituzionali. Il pensiero è sollecitato da due fatti, uno attuale l’altro ‘consolidato’, entrambi non di importanza capitale. Il primo è lo spazio, veramente esagerato, dedicato alle sanzioni previste, da una norma del Comune di Roma, per chi ‘adopera’ le fontane e fontanelle per combattere inelegantemente la calura estiva. Certo, il pediluvio ostentato o il bagno tout court sono indecenti e da sanzionare; ma se uno si siede, acconciamente e per poco tempo, sul bordo della fontana per ricrearsi, o si bagna la fronte o il viso, turba il decoro generale o l’equilibrio psichico degli astanti? Senza essere uno studioso specifico dell’argomento penso che le fontane, nelle loro dimensioni più varie, sono state create, oltre che per celebrare i loro costruttori (vedasi la fontana delle api in Piazza – appunto – Barberini, ecc.), soprattutto per assolvere alle loro funzioni, estetiche o ‘ricreative’ che siano. Dunque, cum grano salis (tanto per insistere), non può essere impedito ai ‘viandanti’ di goderne, sia pure in modo appropriato; senza scatenare il consueto terrorismo mediatico e la corsa a chi è più realista del re.
L’altro fatto più ‘stagionato’ al quale mi riferisco è l’ossessione dell’ottimo Vittorio Sgarbi (che apprezzo sinceramente per intus legere e per originalità di pensiero oltre che per le indiscusse qualità professionali) l’ossessione – dicevo – per le pale eoliche, che sembrano il peggior male che possa capitare all’Italia, nello specifico al suo paesaggio. Anche in questo caso proporrei più equilibrio; e sorprende il fatto che tale avversione viscerale provenga da chi sa scorgere in alcune rappresentazioni o manifestazioni, pittoriche soprattutto, ma anche di altro tipo, significati di grande introspezione e fascino. Io, nel mio piccolo, quando giro in macchina e mi imbatto nelle pale eoliche discretamente collocate sul crinale della collina ventosa, penso ad una sorta di moderni, utili, e tutto sommato romantici, mulini a vento contro i quali mi sembra esagerato che Don Chisciotte faccia una battaglia troppo ideale (idealistica?)
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