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“Perché non Rodotà?”

Aprile 24
08:58 2013

Stefano-RodotàSolo Rainews 24 nell’arco della mattina del 21 aprile scorso aveva dato più volte l’annuncio che ci sarebbe stata nel pomeriggio a piazza SS. Apostoli, a Roma, la manifestazione a cui avrebbe partecipato Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle. Su ciò le altre televisioni non avevano dato informazioni. Quel pomeriggio sono andata alla manifestazione per raccogliere le voci di quel popolo.

Appena giunta noto che la piazza è gremita di gente, sia giovane che meno giovane. Sicuramente rappresentanti di un ceto medio indignato e impoverito dalla recessione economica, ma forte nella dignità. Subito si leva un coro di «Napolitano non ti vogliamo». Perché? «Perché appartiene al sistema condiviso della casta dei vecchi partiti e delle banche che governa questo Paese da vent’anni. Perché Napolitano ha promulgato tutte le leggi vergogna senza rimandarle mai alle Camere con i necessari rilievi di anticostituzionalità». Cioè? «I vari lodi sull’immunità, illegittimo impedimento, lo scudo fiscale, la blanda ed inefficace legge anticorruzione». Ho capito, Napolitano ha 87 anni portati bene, ma è considerato troppo anziano per opporsi ai privilegi della casta che cerca di sopravvivere a tutti i costi! Vedo passare alcuni pullman turistici ed i passeggeri si alzano in piedi per fare riprese ed applaudire. Sono scettica sul fatto che possano condividere qualcosa di cui la stampa non dice granché. Mi sembra improbabile, ma poi mi ricredo vedendo giganteggiare qua e là, a bella posta, la foto di Alfano (Pdl) abbracciato da Bersani (Pd) con sotto la scritta in rosso Fate schifo. Ma sì, quella foto è ormai già nota persino agli entusiasti turisti giapponesi che salutano dal loro pullman.
Raggiungo, dunque, il centro della piazza a spintoni, sentendo qualcuno parlare al megafono. Intravedo i parlamentari del Movimento di Grillo: Crimi e Lombardi. Crimi sta parlando con un piccolissimo megafono e qualcuno dietro di me si spazientisce: «Voce, non si sente, ma compratevi un megafono decente, ve li diamo noi i soldi». La Lombardi si avvicina e parla alla gente intorno. È piccola e sorridente. «Che ha detto?» «Ha detto che Beppe Grillo ha telefonato che non lo fanno entrare nella piazza. La Digos lo ha fermato ad una delle traverse che conducono a piazza SS. Apostoli con la motivazione che ci sono problemi di ordine pubblico.» «Ma quale ordine pubblico, siamo qui per poter ascoltare Grillo!» Le voci vengono ricoperte dal coro «Bersani perché non Rodotà? Ro-do-tà, Ro-do-tà». Questo nome è preso a simbolo del cambiamento mancato. Il professore di diritto costituzionale, ex parlamentare Pci e poi Ds, non è stato eletto Presidente della Repubblica come avrebbe voluto il M5S. Stimato anche all’estero, non appartiene al sistema, è libero, rispettoso della legalità, delle istituzioni e dell’europeismo. Ha difeso i beni comuni (come l’acqua) dalle privatizzazioni. È per l’ineleggibilità di Berlusconi per il suo conflitto di interessi (poiché, quando era capo del governo, Berlusconi ha assegnato a se stesso le concessioni televisive), un potere che inevitabilmente genera altri conflitti di interessi.
Rodotà ha più volte difeso la libertà dell’informazione oggi controllata tramite la stampa e la televisione dai partiti. «Rodotà è il nostro presidente – grida la piazza – Andiamo tutti al Quirinale». Invece la Digos dà solo l’autorizzazione a fare una passeggiata su via dei Fori Imperiali, e così i parlamentari a 5 Stelle si mettono alla testa di un corteo tra le l0.000 e le 15.000 persone. Per ora sono contenti, ma in futuro probabilmente si troveranno soli all’opposizione di un governo di larghe intese. Lo stesso governo Pd-Pdl che ha governato sinora e con lo stesso Presidente della Repubblica. In tal modo con il parlamento rinnovato le elezioni politiche appaiono inevitabilmente inutili. Per un partito come il M5S che è stato il più votato dagli italiani non è proprio il massimo della democrazia. Forse è un golpettino istituzionale, per dirla con le parole di Beppe Grillo. Il corteo sfila fino al Colosseo, scandendo gli slogan della sua protesta. C’è il sole e sembra una festa. Persino le statue umane si tolgono il lenzuolo bianco di dosso per sorridere ed applaudire!

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